MILAN-ROMA. A PRIMA VISTA di Paolo MARCACCI
Lasciamo da parte la cronaca di incidenti è scontri la cui cronaca sovrappone il termine ultras alla parola delinquenti, come se fossero sinonimi: non lo meritano due grandi e appassionate tifoserie come quelle di Roma e Napoli, tirate in ballo per colpa dei soliti dementi, quanti che fossero in quella piazzola già indelebilmente segnata da una memoria di sangue.
Si accendono le luci a San Siro e Milan e Roma si trovano di fronte, entrambe con i rispettivi obiettivi condizionati da una classifica che non potrà attenderle all’infinito.
Giallorossi, contrariamente alle premesse delle ultime ore, con una linea di centrocampo a quattro e con Zaniolo che, sin dal primo
minuto, beneficia della possibilità di esibirsi di fronte a una di quelle platee fatte per esaltarne le doti.
Il primo tempo va in archivio, con il Milan meritatamente in vantaggio, smentendoci rispetto a quanto avevamo detto al termine di Roma – Bologna, cioè che non ci sarebbe potuta essere nel 2023, pur appena cominciato, una partita più brutta di quella. La Roma comincia arrancando appresso a Leao e compagni, allo stesso modo finisce la prima frazione di gioco. Impalpabili Abraham, Zaniolo che rimedia il solito giallo anche per la frustrazione crescente, lo stesso Dybala. Una conclusione secca e tesa, a giro, di Zalewski è l’unico segno di vita romanista. Siamo persino
al di sotto della rondine che non fa primavera.
Parliamo del gol del Milan? Portate via i minorenni, perché la reattività di Rui Patricio può essere riproposta solo in alcune sale cinematografiche a luce rossa. Stesso discorso per come il Milan imperversa sulla fascia sinistra, con Celik sistematicamente in un buco nero.
Qualche presenza in più nella metà campo rossonera, da parte di Dybala e compagni, ma la redditività della Roma in avanti resta bassa, molto bassa, pure se il Milan qualcosa concede, il che è un’aggravante, vista la soglia di pericolosità irrisoria dalle parti do Tatarusanu.
La partita sembra dover finire come aveva fatto pensare che potesse finire fin dai primi minuti: questo era l’aspetto più preoccupante, assieme a una serie di vere e proprie sparizioni tecniche.
Potremmo dire che abeva fatto di più Ibrahimovic applaudendo i compagni dalla tribuna che tutto l’attacco della Roma.
Mentre il Milan si concede un lungo torello finale, dopo il sacrosanto arrotondamento del risultato, noi proviamo a condividere due interrogativi: come è possibile che quando uno come Dybala accenni il movimento giusto, alcuni compagni si permettano di ignorarlo? E poi: come sta atleticamente questa squadra?
Incredibilmente, siccome il Milan si piace un po’ troppo, arriva il gol di Ibanez, facendoci pensare che serva solo ad aumentare i rammarichi, perché si sapeva che il Milan qualcosa, o più di qualcosa, avrebbe concesso… GOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOL!