C’è voglia di Zaniolo
(IL MESSAGGERO) La rabbia con cui Nicolò Zaniolo è uscito al momento della sostituzione contro il Bologna non era dovuta alla contusione al ginocchio ma alla frustrazione per non aver fatto gol. Sta bene e contro il Milan a San Siro ci sarà. Ma servirà una reazione decisa perché in ballo non ci sono solo i tre punti e il sogno Champions, ma anche il suo futuro. Mettersi in mostra alla Scala del calcio significherebbe dare un segnale a una squadra che in estate ha provato ad acquistarlo. L’idea di cambiare aria è sempre più assillante, non perché a Roma si trovi male, ma perché Tiago Pinto non gli ha ancora dato certezze. Lui avrebbe voluto rinnovare il contratto un anno fa a cifre molto più basse rispetto a quelle che pretende attualmente (4 milioni più bonus), ma il presidente all’epoca bloccò tutte le trattative a seguito della figuraccia contro il Bodo.
Oggi sul fronte contratto è molto più sereno, perché ha capito di avere il coltello dalla parte del manico. Più si avvicinerà la scadenza (giugno 2024) e maggiore sarà il rischio di perderlo a parametro zero. Nelle ultime settimane hanno chiesto informazioni sulla sua situazione contrattuale anche Borussia Dortmund e Atletico Madrid (oltre alla Juve). Ecco perché nei prossimi sei mesi sarà chiamato a tornare il diamante che era prima del doppio infortunio alle ginocchia e solo a quel punto provare a strappare il contratto più importante della sua carriera.
Con il Bologna nella posizione di falso nove non ha rubato l’occhio. Mourinho gliel’ha cucita addosso per avere una valida alternativa ad Abraham. È singolare, però, averlo riadattato ad attaccante centrale dopo che la scorsa stagione ha realizzato da esterno-trequartista 8 reti e in questa solo 2 tra campionato ed Europa League. Una punta centrale deve anche proteggere la palla spalle alla porta, gestirla e reggere il contrasto con i difensori, avere ottime capacità nel gioco aereo e soprattutto saper servire i compagni al momento giusto. Doti che forse Nicolò ancora non ha e si troverebbe più a suo agio come mezzala in un 4-3-3 o sotto una punta. Lui ama attaccare la profondità, provare l’uno contro uno e accentrarsi verso la porta.