A PRIMA VISTACOPPE EUROPEETOP

ROMA-LUDOGORETS. A PRIMA VISTA di Paolo MARCACCI

Vincere e basta: un obbligo che già alla vigilia sgombrava il campo da dubbi e calcoli. Con una serie di elementi confortanti al ritorno dal Bentegodi: il reinventato El Shaarawy, Matic rimesso a punto e dominante quanto a geometrie e carisma, Camara utile e il più possibile disciplinato. Con uno Zaniolo di nuovo arruolabile pure per l’agone europeo, stante la squalifica ridotta.

L’Olimpico è quello delle grandi occasioni, ossia quello di sempre, ormai: abbraccio che avvolge la Roma e stritola il più possibile l’avversario, quale che sia il nome che porta.

Uno spunto d’interesse, dato dalla squalifica di Mancini: rivedere Kumbulla nel pacchetto dei tre in difesa, in una serata responsabilizzante al massimo, con il verdetto da dentro o fuori.

Formazione senza Zaniolo e Kumbulla, con Belotti accanto ad Abraham e Vina nel pacchetto dei tre di difesa. Inizio volitivo, con il Gallo combattivo e spesso pronto a litigare per il pallone, anche se a tratti impreciso. Dei bulgari si nota la propensione all’accelerazione nei trenta metri e, dopo un certo abbassamento dei giri del motore romanista, quella che porta al gol di Rick costa carissima. Per la prima volta, Pellegrini e compagni escono tra i fischi a metà partita.

Ribalta la Roma nell’intervallo, Mou, a cominciare dall’ingresso di Zaniolo, con uno stadio intero che le soffia alle spalle. Un rigore enorme per abbattimento del ventidue romanista e Lorenzo Pellegrini fa uno a uno arringando un popolo intero. Non arginabile Zaniolo stasera, se non con metodi da wrestling. Il secondo rigore è ancora più netto, più bella la conclusione di Pellegrini dal dischetto.
Ingresso tecnicamente molto raffinato quello di Volpato.

Poi succede di tutto, con troppi spifferi che tornano dalle parti di Rui Patricio. Ci sarebbe il pareggio dei bulgari ma è viziato da un fallo su Ibanez. Da rivedere più volte per capire.

Bene per l’esito e per i momenti agonisticamente più intensi, ma con troppe pause e pericoli, sui quali Rui Patricio ha messo una bella pezza più di una volta, con i piedi e con le mani.

Alla fine Zaniolo regala la perla, gol meraviglioso con corsa d’altri tempi sotto la Sud.