STORIA DI IERI di Diego AngelinoTOP

ROMA-LECCE. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…

di Diego ANGELINO – Roma a 4 punti dalla prima, a -1 dalla zona-Champions, a +3 sulla stessa giornata di un anno fa: se non avessi la fortuna di verificare con i miei occhi e mi affidassi, invece, solo a ciò che viene riportato, penserei a una squadra in lotta per la retrocessione. 

Il Lecce era in 10 dal 23′: quindi? Doveva, infatti, prenderne 4 o 5. Ma, purtroppo, i giallorossi proseguono nell’incapacità di chiudere le partite, sbagliando goal incredibili a tu per tu con i portieri avversari.

Questo ti innervosisce, fa sì che le partite restino aperte anche se gli altri – come ieri – praticamente non crea occasioni e costringe i giocatori agli straordinari, già previsti dal folle calendario premondiale. Risultato: muscoli fragili vengono usati di più ed esposti a più rischi. 

Pronti, via e capitan Pellegrini mette la palla in testa a Smalling dopo un’ottima apertura di Viña, ieri eccessivamente “bastonato” dai giudizi della critica. 

Possiamo fare il 2-0 e pensare a Siviglia? Assolutamente no: proprio Pellegrini è troppo delicato in due occasioni col piattone; Smalling prova la doppietta di tacco dopo che Belotti non era arrivato su un fendente di Zaniolo. 

Dal nulla, il pareggio del Lecce: quando rivedremo la Roma difficilmente perforabile delle seconda parte della scorsa stagione?

Prima dell’intervallo c’è comunque tempo per cancellare il pareggio: più che il buon tiro di Zalewski, è di Zaniolo l’occasionissima vanificata.

 Dentro Abraham, che non trova il goal (regolare) ma si guadagna il (netto) rigore del successo agrodolce: domani sapremo sa Dybala dovrà fermarsi uno o due mesi.

Zalewski cerca di segnare con due uomini liberi in area; Pellegrini, in netto fuorigioco, toglie palla allo stesso Zalewski che avrebbe potuto far segnare, in gioco, Abraham. 

La stanchezza si fa sentire a tre giorni dalla difficile gara casalinga col Betis; il Lecce non ha nulla da perdere e prova il tutto per tutto, grazie alla generosità degli avanti romanisti. I quali, nello specchio, tirano poco meno del Napoli (56 tiri a 52): squadra che, però ha segnato 10 goal in più. 

Indispensabile trasformare in “positivo” l’assenza di Dybala: che tutti i calciatori, a partire dai più talentuosi, si assumano la responsabilità di tenere in alto la Roma.