Loris Boni, il libro, la Roma
di Franco BOVAIO – Loris Boni è a Roma per presentare il suo libro “Io Loris”. Una bella autobiografia nella quale parla non solo della sua vita da calciatore, durante la quale ha giocato con la Roma negli anni ‘70 e, prima, con la Sampdoria, tanto per citare le sue squadre più importanti. Ma anche della sua vita personale. La presentazione si svolgerà domani, martedì 11 ottobre, al Mancini Park Hotel di Via di Valleranello 67 a partire dalle 18.30.
“L’ingresso è libero, vi aspetto numerosi, spero” ci dice lui stesso. L’occasione di parlare con Boni ci dà lo spunto di chiedergli un parere sulla Roma, che vede quasi sempre. “Puoi tranquillamente riprendere quanto ho scritto dopo Roma-Lecce su Facebook” (dove è molto attivo, aggiungo io) ci dice. Andiamo a leggere insieme il suo commento post gara e me lo ripete parola per parola: “I tifosi della Roma non si devono arrabbiare se sono critico con la squadra, per la quale tifo anche io, visto che ci ho giocato. Perché è vero che vincere fa bene, ma francamente non ho ancora capito come gioca la Roma. Vedo calciatori compassati che non si muovono senza palla, che giocano esclusivamente con palle laterali. Io mi aspetterei molto di più dai calciatori e non si può sempre chiamare in causa chi non c’è. Il Lecce era rimasto in dieci e questo a volte crea delle difficoltà alla squadra che deve scardinare una difesa ben organizzata e ricompattata per sopportare meglio l’uomo in meno. Però da certi giocatori si pretende giustamente molto di più sul piano di una certa intensità e di una tecnica che dovrebbe fare la differenza. Invece nulla di tutto ciò! Adesso diventa determinante la sfida di giovedì con il Betis. Vedremo se la Roma cambierà atteggiamento”.
Così parlò Loris Boni, il mediano biondo che il presidente Anzalone portò alla Roma nel 1975 acquistandolo dalla Sampdoria. E appuntamento a domani per la copia autografata. I complimenti per il libro sono scontati. Lo abbiamo letto e vi assicuriamo che è bello e merita di essere letto.