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INTER-ROMA 1-2. Il “Pagellario” di Franco Bovaio

di Franco BOVAIO – La Roma non batteva l’Inter da cinque anni e dieci partite. Torna a farlo a Milano grazie ai gol dei suoi uomini più indispensabili e fondamentali: Dybala (7,5) sempre decisivo e autore di una rete da manuale del calcio propiziata dall’assist al bacio di Spinazzola (6,5) e Smalling (8), il migliore in assoluto nella serata del Meazza. Perché segna e difende, incoraggia e calma i compagni, tiene le fila di una squadra che non può fare a meno di lui. Come non può fare a meno di Mourinho (7), ovviamente, che contro una difesa fisica e potente come quella nerazzurra tira fuori Abraham (6,5) per poi metterlo dopo un’ora di gioco, nella staffetta presumibilmente programmata con Dybala. E l’inglese entra con la determinazione giusta, sfiora il gol e si sacrifica in fase difensiva.

Molto bene anche Cristante (7) e Matic (7), che portano la partita sui ritmi voluti dal mister e a loro più consoni e imbrigliano l’Inter nelle loro trame gigionesche insieme a Pellegrini (6,5), che arretra il suo raggio di azione per fare in modo che il centrocampo non vada in inferiorità numerica e fornisce il solito assist su calcio piazzato a Smalling. Zaniolo (6), dal canto suo, si impegna in una lavoro sfiancante e poco sostanzioso in fase conclusiva, ma prezioso per la squadra. E Belotti (6), quando entra al posto suo, lo imita, confermando quanto sia stato prezioso il suo acquisto.

Dell’undici titolare l’unico che stasera non è andato bene è stato Celik (5), che ha sofferto lo straripante momento di forma di Di Marco e anche Lautaro. Quanto a Rui Patricio (5,5) ha qualche colpa sul gol dell’Inter perché non riesce a spingere come dovrebbe sulle gambe per arrivare a prendere quel pallone. Il voto è basso anche è rimasto a guardare sulla punizione di Calhanoglu. Bella, ma non da accasciarsi sulle ginocchia.

Mancini (6,5) e Ibanez (6,5) ci sono piaciuti per la grinta e la determinazione che ci hanno messo, anche se in qualche occasione si sono fatti scappare i rivali diretti (meno male che Dzeko era in fuorigioco in occasione del gol annullato perché altrimenti Ibanez avrebbe preso l’insufficienza). Sufficiente Camara (6), anche se in due occasioni si è fatto ingolosire dal tiro quando invece, considerando che erano i minuti finali e la Roma stava vincendo, avrebbe dovuto provare a tenere il pallone o a dialogare con i compagni per non perderlo.