LUDOGORETS-ROMA. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…
di Diego ANGELINO – Potevi vincerla; la vai a perdere. Non è certo il momento migliore per la Roma: se una cosa le può andare male, difficilmente non lo farà.
Il campo è quasi peggio di quello del Vitesse nella scorsa Conference; l’inizio giallorosso, invece, in linea con questa prima parte di stagione, dove si prendono – o si rischiano di prendere – goal dopo pochissimi minuti.
Passata la paura, la Roma si guadagna un rigore con Pellegrini (poi, forse, anche uno con Dybala): nulla da fare per l’arbitro Pawson.
Pali, tiri alti di poco, pallonetti imperfetti: come un anno fa, si concretizza pochissimo rispetto a ciò che si crea.
Se poi non segni, è più semplice che l’episodio contrario si manifesti. Rete di Cauly: da mani nei capelli come il Ludogorets arrivi a battere Svilar.
Eppure la rimetti in piedi: e non è forse un caso che l’assist di Pellegrini per Shomurodov sia ispirato da una giocata in verticale di Bove.
Il quale, insieme a Camara, offre un passo diverso al centrocampo della Roma: siamo certi che anche Mourinho ne sia perfettamente consapevole.
Processi e giudizi definitivi, ancora sull’allenatore (!!!), dopo sei gare ufficiali, li lasciamo da parte; anzi, quasi ci confortano, in un certo senso: sono infatti gli stessi che venivano fatti lo scorso anno fino a ridosso della finale di Tirana.