SALERNITANA-ROMA. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…
di Diego ANGELINO – Temevo questa trasferta: gli screzi dell’ultima partita con i campani; tutte le concorrenti che avevano già vinto, nei consueti vari modi, la loro prima di campionato.
Ma la Roma, tra le sue migliori qualità in questo 2022 che è già stato di successo, ha quello della solidità.
Quindi va a Salerno e vince in sostanziale scioltezza una partita dominata, che poteva finire con tre o quattro goal di scarto.
Il tifoso della Roma – quello che è ovviamente riuscito a superare l’ennesimo disservizio di DAZN – ha temuto infatti più per le proprie occasioni mancate che non per la pericolosità degli avversari.
Giocano i “quattro tenori” e c’è dal primo minuto, come prevedibile, il match winner Cristante, elemento che ogni allenatore vorrebbe nella propria rosa.
Dybala si fa sentire: lo ferma solo il palo, a portiere battuto. Lì davanti – e non solo – il migliore è Zaniolo. Che fa tutto bene tranne il finale. Ma siamo tornati a rivederlo asciutto, scattante e forza della natura come prima degli infortuni: impensabile lasciarlo andare dopo averlo ritrovato completamente.
I cambi della Roma sono il simbolo del livello della rosa nettamente migliorata: dalla panchina spuntano Matić e Wijanldum, quest’ultimo con già una brillantezza diversa rispetto a sette giorni fa.
Buona la prima, nell’attesa che il mercato possa ancora regalare quei guizzi necessari per un ulteriore miglioramento.