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SALERNITANA-ROMA. A PRIMA VISTA di Paolo MARCACCI

Sorriso sardonico e punzecchiature senza astio: il ritorno alla comunicazione rituale di Mourinho è stato soprattutto divertente, anche se una parte della narrazione giornalistica ha preteso di leggerlo in altra maniera. 

Chi, alla vigilia dell’esordio all’Arechi, non vedeva insidie o difficoltà in questa partita, nonostante le defezioni della squadra di Nicola, capisce pochino di calcio. 

Più di quello che fa, la squadra di Nicola davvero non può; per questo va giudicato decoroso il primo tempo dei granata, che chiudono con tre ammoniti dopo 45’ minuti. Il primo gol della stagione ufficiale porta la firma di uno che se lo merita, deviazioni a parte: Bryan Cristante batte dal limite di sinistro con grande sicurezza e in perfetta coordinazione. Pellegrini, Abraham, Zaniolo e Dybala si prendono ognuno in carico la propria soglia di sacrificio: equilibrio, parola magica per la coesistenza dei quattro.

Il raddoppio la Roma potrebbe già metterlo a segno nel primo tempo; non farlo è un limite, che tiene viva la Salernitana: anche per questo Mourinho nel cuore della ripresa toglie Abraham per cucire la mediana con Matic, che si fa sentire al punto tale da rimediare la prima ammonizione italiana. Arriva poi Wijnaldum in luogo di Zaniolo, che ha disputato una partita di grande intensità con qualche personalismo di troppo. 

Finisce con i tre punti, dopo una partita di grande disponibilità anche da parte di Dybala che ha colpito anche un palo e con la stessa pizza dello scorso anno sul treno del ritorno. Tutto è bene ciò che finisce bene.