ROMA-CREMONESE. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…
di Diego ANGELINO – Il pensiero dell‘infortunio di Wijnaldum; quello per Zaniolo, in corso d’opera; un avversario consapevole di poter non rivedere questo stadio: eppure la Roma soffia ancora.
Lo fa, come a Salerno, sfruttando il goal di un giocatore non impiegato in attacco, settore dove i protagonisti continuano a creare, senza però concretizzare.
Va da sé, quindi, che si debba soffrire più del dovuto: Mancini non riesce una volta che sia una a limitare Dessers, che va vicino al goal in più di un’occasione.
Meno male che c’è Smalling e il piede sempre ispirato di Pellegrini: cioccolatino sulla testa dell’inglese, con – almeno in fase offensiva – positivo contributo di Mancini, per l’1-0 da tre punti.
Bene l’impatto di El Shaarawy, lanciato da Mourinho dopo l’infortunio di Zaniolo: la formula superoffensiva è stata mantenuta.
Due menzioni per i subentrati; Matíc, al solito polipesco e concreto; Celik, reattivo nel capire il momento delicato del match, giocando di conseguenza.
Ora Torino: con chi, se non con Mou, per tornare a vincere nella trasferta per noi più ostica?