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MOURINHO “Olimpico pieno incredibile. Questa la nostra vittoria”

In vista della sfida di domani con la Cremonese, la prima ufficiale all’Olimpico, Mister Mourinho ha parlato in conferenza stampa. Queste le sue dichiarazioni:

Come arrivano a questa partita Wijnaldum e Matic? Che effetto le fa sapere che domani sarà la nona partita con il sold out di fila mettendo insieme la scorsa stagione e questo inizio?
“Partiamo dalla seconda: è incredibile. Per quello dicevo nella conferenza stampa precedente che questa per noi è una vittoria incredibile. Ovviamente la base di tutto è la passione dei tifosi per il club, ma noi sentiamo l’orgoglio di avere qualche responsabilità nella creazione di questa empatia. È fantastico per tutti noi e anche per il calcio italiano in generale. Anche all’estero la gente guarda la Roma all’Olimpico, io ho molti contatti e questo crea un’impressione fantastica a tutti: quello che fanno i nostri tifosi è fantastico. È una motivazione per noi e anche per i nostri avversari. Non vedo la Cremonese come una squadra che l’anno scorso stava in Serie B, non gioca così: ha un’organizzazione molto definita, complimenti ad Alvini, sa come vuole giocare e condizionare il gioco dell’avversario. Ha fatto investimenti importanti inserendo giocatori di qualità, davanti ha due calciatori di potenziale elevato. È facile scrivere o dire che sarà una partita per noi con i tre punti in tasca, rifiuto questo al 100%. Noi possiamo leggerlo ma non sentirlo. Sarà una partita difficile. Sono d’accordo quando si dice che l’anno scorso abbiamo perso troppi punti in casa e pareggiato troppo in partite che di solito puoi e devi vincere. Matic e Wijnaldum stanno bene, il primo molto bene e il secondo sta bene. A partire da ora avremo partite ogni 3-4 giorni. Anche questo bel regalo di giocare col Monza solo due giorni dopo la partita con la Juventus… Sono finite le settimane di lavoro tipo, ma questa è stata una settimana completa di lavoro ed è importante per Gini che è arrivato più tardi. Matic è arrivato come tutti e ha fatto un bel precampionato. Abbiamo tutti a disposizione. Zalewski è stato male e non si è allenato per due giorni, ma ieri sì ed è in perfette condizioni. Anche El Shaarawy ha avuto un piccolo problema, ma sta bene ora. Siamo tutti a posto, tranne Darboe e la sua è una storia triste. Vogliamo giocare bene, vincere e che la gente vada a casa felice”.

A Salerno ha sostituito come primi cambi due attaccanti con due centrocampisti, spiegando il perché. L’eventuale arrivo di Belotti può servire a colmare almeno in parte il gap con il vertice di cui ha parlato?
“A Salerno l’obiettivo non era far capire al direttore o alla società che mi piacerebbe avere un altro attaccante, ma l’obiettivo era vincere la partita. In quel momento quando in panchina non hai un giocatore dello stesso livello degli attaccanti che hai in campo, ed è ovvio e nessuno si può aspettare che Felix e Shomurodov siano dello stesso livello di Abraham, Dybala o Zaniolo, quando non hai questo privilegio cerchi di giocare con la forza che hai in panchina. E in quel momento la forza era la qualità e l’esperienza di Matic e Wijnaldum, che sono entrati in campo e hanno controllato la partita. Ovviamente sarebbe molto più bello chiudere la partita segnando 2-3 gol, ma abbiamo chiuso la gara in un altro modo, con la grande capacità di questi due giocatori. Se mi chiedi se mi piacerebbe avere un altro attaccante in rosa non rispondo perché il direttore Tiago Pinto lo sa e devo semplicemente aspettare con la speranza che si possa fare. Se non si può fare, andiamo avanti con quello che abbiamo. Se Belotti fosse un giocatore del Torino o di un’altra squadra non risponderei, ma dato che è svincolato posso dire qualcosa: se è vero che vuole tanto venire alla Roma, mi piace tanto questo feeling. Se viene o non viene non posso dirlo perché non lo so. Aspettiamo e vediamo”.

Lei sta lavorando molto con Pellegrini basso, è una soluzione che sente come un progetto di lavoro?
“L’anno scorso ho detto che mi piacerebbe avere tre Lorenzo. L’ho detto in un momento in cui stava crescendo come giocatore. Può ancora crescere, ma in questo momento quel giocatore di grande potenziale di 6-7 mesi fa oggi è diventato veramente un grande giocatore a tal punto che può giocare non solo in tre posizioni, ma ancora di più. Ha grande maturità calcistica: può giocare a centrocampo, nella posizione di Dybala, in quella di Zaniolo, può giocare ovunque. Ha grande qualità e grande maturità. Per noi vale tanto. Guardando la squadra e la posizione di Dybala e Zaniolo non abbiamo tanto altro lì: sono loro, El Shaarawy e Lorenzo. Per questa ragione non posso dire che giocherà tutte le partite nei due a centrocampo perché ci sono tante partite, ma dico che Lorenzo giocherà ovunque. La cosa importante è che può farlo e non sono io a forzarlo, lui è a suo agio a giocare in tutte le posizioni, è un plus molto importante per noi”.

È stato più difficile vincere un trofeo a Roma dopo 14 anni o vincere una seconda volta?
“Onestamente non lo so. La competizione che abbiamo vinto è una competizione europea e alla fine non è molto diversa da quella che giocheremo in questa stagione. È un po’ diversa nella fase a gironi perché ci saranno squadre più equilibrate. Dopo nella fase ad eliminazione diretta, sperando di arrivarci, sarà diversa perché troveremo superpotenze economiche come Manchester United ed Arsenal ed anche qualcuna che scenderà dalla Champions. Ma non è una competizione molto diversa. Se abbiamo avuto la capacità, la voglia e la forza mentale di vincerla l’anno scorso, dobbiamo mettere tutto sull’Europa League e vediamo se possiamo arrivare lì. Le competizioni italiane sono difficili da vincere: oggi, prima della fine del mercato, siamo una squadra con più potenziale dello scorso anno, ma il problema è che tutte le altre hanno fatto lo stesso. Non è che la Roma sia migliorata e le altre siano peggiorate, per il bene del calcio italiano tutte sono migliorate. Per noi, che non vogliamo finire sesti ma quinti o quarti e vogliamo migliorare la nostra posizione, non sono buone notizie, perché tutte le altre squadre hanno fatto buoni investimenti e hanno più qualità di prima. Quindi è complicato dire di poter vincere, vediamo se possiamo farlo”.

Che importanza ha Cristante per lei in questo gruppo dentro e fuori dal campo? Questa squadra ha la necessità di avere sempre in campo uno tra Matic e Cristante per gli equilibri di squadra?
“Cristante è importante a tutti i livelli, come giocatore e persona, per la stabilità che dà in campo e fuori dal campo. È innegabile che sia un giocatore molto importante per me. Si può avere stabilità senza Matic e Cristante? Dipende dalla crescita della squadra e dalla crescita di giocatori di un altro profilo. Sicuramente il Pellegrini di 2-3 anni non poteva dare stabilità giocando in quella posizione lì, ora può farlo e anche Wijnaldum. Vedo perfettamente una squadra giocare con Gini e Pellegrini senza Matic e Cristante, non ci sono problemi. Il problema è se la squadra sia capace di essere compatta difensivamente. Giocare teoricamente con più o meno giocatori offensivi è una questione di empatia di squadra, di organizzazione e di equilibrio tattico. Oggi vedo la squadra con maturità e che ti dà l’opportunità di poter giocare senza teoricamente giocatori più difensivi o posizionali”.

Quanto è importante la permanenza di Zaniolo? Quanto c’è del suo merito che sia ancora qui? L’ho visto alleggerito, è cambiato qualcosa dal punto di vista degli allenamenti?
“Zaniolo sta molto bene. Sono d’accordo con te, fisicamente sembra molto agile e fresco e per un giocatore come lui non è facile resistere 90 minuti con quella intensità di gioco. Per me è merito suo e solo dopo arriviamo noi, io e lo staff, per allenarlo bene, per dargli motivazioni per allenarsi prima o dopo con la squadra, parlo di un allenamento più specifico. Se rimane qua? È una domanda per il direttore e non per me. Se mi chiedi se mi piacerebbe tanto che rimanesse qua, non lo nascondo e dico di sì. È importante per noi, nel puzzle che abbiamo costruito è molto più importante per noi di prima”.