JUVENTUS-ROMA. A PRIMA VISTA di Paolo MARCACCI
Ben sapendo che i temi della vigilia sono importanti finché non comincia la partita, la Roma era salita a Torino con un Mourinho molto più analitico che polemico, nei confronti della Juventus: conta l’hic et nunc, il momento presente, non le antipatie di sempre e meno che mai le schermaglie personali. E poi se c’era un passato che oggi si sarebbe preso i riflettori era quello di Paulo Dybala, in assoluto. Reciproche commozioni, tra lui e i tifosi bianconeri, con un sottofondo di dissenso verso una certa intransigenza societaria. In attesa di voli non pindarici ma portatori di cresta, intesa come Gallo, la Roma che si presenta all’Allianz Stadium con Matic dal primo minuto comunica un messaggio di consapevolezza e coscienza di sé. Senza Zaniolo, oggi; ma sempre più con Zaniolo nelle idee di domani.
Arrivarci meglio dell’avversario conta meno, molto meno che andarci vicino a bocce. Questo lo scriviamo prima del fischio di Irrati. Anche perché, a chi è convinto che si tratterà di una Juventus allo sbando, vanno ricordate le statistiche: Sfida numero 168 in Serie A tra Roma e Juventus: bianconeri avanti nel bilancio con 80 vittorie a 39, mentre 48 sono stati i pareggi. La Juventus è la squadra contro cui la Roma ha perso più partite in Serie A (80) – solo contro l’Inter (81), invece, la Juventus ha vinto più sfide che contro i giallorossi.
Che strana partita…con un finale durante il quale la Roma potrebbe addirittura trovarsi a recriminare per non aver trovato il colpo di un ko che sarebbe stato sorprendente, visto l’andamento di di un’ora di partita. Giallorossi remissivi e quasi consegnati a un avversario molto più fluido che nelle precedenti uscite. Dove iniziano i demeriti della Roma e dove i meriti della Juve per quell’inizio così remissivo? Non capiremo mai dove sia il confine tra i due atteggiamenti. Il suggerimento di Dybala per la frustata perentoria di Abraham in occasione del pareggio, unica cosa che si è vista dall’argentino, traduce il concetto che certi giocatori possono vivere di un solo lampo.
Gara non bella, alla fine; interlocutoria e rocambolesca nel finale. Fosse stata collocata dal calendario in autunno, avremmo visto altri contenuti.