DIVAGAZIONI ROMANISTETOP

DIVAGAZIONI ROMANISTE… Ma che bella gioventù

di Franco BOVAIO – “Quant’è bella giovinezza, che si fugge tuttavia! Chi vuol esser lieto, sia, di doman non c’è certezza” scriveva nei suoi “Canti Carnascialeschi” Lorenzo il Magnifico sul finire del ‘400.

Ma questi versi celebri e immortali non sembrano adatti per i ragazzi in giallorosso che in questo ritiro in Portogallo stanno convincendo sempre di più sia i tifosi che, soprattutto, Mourinho. Visto che, per loro, di certezze per il futuro sembrano essercene molte.

È così per l’ormai affermato Zalewski, la vera sorpresa della stagione passata, nella quale Mou ebbe il coraggio e la bravura di schierarlo titolare al posto del deludente Vina. Ma siamo convinti che sarà così anche per Tripi e Bove. Altri due per i quali, secondo noi, nel futuro ci sono molte certezze. Come hanno dimostrato nell’amichevole contro la Portimonense, nella quale non hanno sbagliato alcunché. Con Tripi che, oltre al gol dell’1-0, ha giocato molto bene nel ruolo di vice Ibanez, dimostrando di avere le potenzialità per diventare un grande difensore centrale. E con Bove che, nella ripresa, è stato addirittura schierato al posto di Mancini come terzo a destra dei tre di difesa. Lui che, di ruolo, è un centrocampista. Ma dato che ha classe, talento, voglia, determinazione e testa giusta, ha fatto bene anche lì, con la chicca di quella grande chiusura in scivolata sulla battuta a rete dell’avversario che era appena scappato a Kumbulla con la quale ha probabilmente evitato un gol.

Insomma, tra le file della Roma che sta preparando la nuova stagione c’è tanta bella gioventù di talento che, secondo noi, Mourinho fa bene a voler tenere con se. Perché i vari Tripi, Bove, e anche Zalewski (che ha ancora ampi margini di miglioramento) possono crescere molto bene alle spalle dei titolari più esperti ed affermati ed offrire, così, delle valide alternative a questi ultimi.

L’unico sul quale abbiamo ancora qualche dubbio è Felix. Che secondo noi non è ancora pronto per giocare a questi livelli e che farebbe bene ad andare a giocare un po’ in B o in provincia per “farsi le ossa”. Come si diceva quando il calcio era più semplice e la vita anche.