Caporetto Italia
(IL TEMPO) L’Italia perde malamente contro la Germania: è una Caporetto. La squadra di Mancini paga l’atteggiamento superficiale e distratto dei propri giocatori; difesa addormentata, centrocampo evanescente, attacco inesistente. La facilità con la quale i calciatori sono arrivati in Nazionale non deve più rappresentare un premio per chi ha mancato di rispetto alla maglia azzurra. La partita è durata dieci minuti, poi è diventata un’esibizione. Ci sarebbero quasi gli estremi per vilipendio alla bandiera per una prestazione del genere: squadra umiliata in campo, tifosi italiani umiliati sugli spalti: è stata una prestazione scarsissima. L’illusione dei giorni scorsi è stata spazzata via da una prestazione inguardabile sotto tutti i punti di vista, il gol fallito da Raspadori in avvio non può essere neanche un rimpianto. Dieci minuti di gioco, e la Germania trova il vantaggio; Kimmich si inserisce indisturbato in area – riceve il cross di Raum dalla sinistra – controlla senza affanni e infila Donnarumma da pochi passi.
Gli Azzurri pagano la dormita generale della difesa: Calabria in avvio di azione è fuori posizione, Frattesi non si avvede dell’inserimento di Kimmich, i due centrali di difesa restano imbambolati, Spinazzola non chiude la diagonale difensiva. Germania in vantaggio: il demerito italiano è maggiore del merito tedesco. Lo schieramento italiano è privo di sostanza in mezzo al campo; l’assenza di Pellegrini toglie idee e dinamicità, Frattesi e Barella faticano a ribaltare il fronte di gioco con rapidità, il contributo del tridente offensivo è modesto: è un attacco con scarsa fisicità, e inevitabilmente soccombe. I tedeschi dominano anche in mezzo al campo: Gündogan e Kimmich spadroneggiano, Hofmann, Muller e Sanè giocano tra le linee creando superiorità numerica. La mediana azzurra è in affanno: non riesce a dare copertura alla difesa, e al tempo stesso fatica a sviluppare la manovra offensiva. Mezz’ora di gioco, e l’Italia non s’è ancora desta: serve un intervento significativo di Donnarumma sul tiro ravvicinato di Hofmann per evitare il raddoppio dei tedeschi dopo un’azione in velocità avviata dal basso e sviluppata con grande maestria. Il portiere azzurro interviene nuovamente su un destro di Werner dall’interno dell’area di rigore: è un’Italia alle corde.
Il ct cambia modulo poco prima dell’intervallo; fuori Politano, dentro Luiz Felipe: gli Azzurri si schierano con il tre-cinque-due per limitare il predominio tedesco in mezzo al campo. Nulla di fatto; nel recupero, Bastoni commette un fallo da rigore su Hofmann: Gündogan raddoppia dagli undici metri. Dopo l’intervallo il ct Mancini inserisce Scalvini e Caprari lasciando negli spogliatoi Frattesi e Raspadori. L’Italia prova a rialzare la testa, ma la Germania ci prende a pallonate; Werner segna due volte, il secondo gol è un regalo di Donnarumma. E’ un’umiliazione senza precedenti. Mai, in 112 anni di Storia, gli Azzurri avevano preso cinque gol dai tedeschi. C’è quasi da vergognarsi. Nel finale segnano Gnonto e Bastoni, ma sono gol utili soltanto per gli almanacchi. Nell’altra partita del girone, l’Inghilterra crolla in casa (0-4) contro l’Ungheria: Magiari primi nel girone, la Germania supera l’Italia, l’Inghilterra è ultima.