DIVAGAZIONI ROMANISTE… Dal trionfo al mercato
Di Franco BOVAIO – Vinta la coppa, finita la festa, gabbato lo santo. Viene da dire parafrasando un vecchio proverbio. Basta che il santo in questione non siano i tifosi della Roma, perché ora questa squadra va migliorata, non smantellata. Ma crediamo che i Friedkin questo lo sappiano bene e che dopo il trionfo in Conference del 25 sera e quello in città del 26, degno degli antichi imperatori romani, abbiano capito quanto è importante vincere dalle nostre parti. Sia dal punto di vista della gloria personale e societaria, sia da quello economico. Perché le vittorie portano onori e soldi.
Dunque siamo sicuri che non cederanno i pezzi migliori per fare mercato e plusvalenze, come faceva il loro connazionale di Boston, ma porteranno a Roma un grande nome e altri due/tre di contorno che possano rinforzare la squadra nei ruoli che hanno bisogno di essere rinforzati. Quelli, per capirci, che non sono occupati dal favoloso manipolo di giocatori italiani che costituisce il cuore e l’anima della Roma di Mourinho. Di questo fanno parte capitan Pellegrini (che la UEFA ha eletto miglior giocatore della Conference), il fedele sodale di centrocampo Cristante (che per Mourinho è un pilastro), il difensore Mancini, il recuperato Spinazzola, il polacco di Tivoli Zalewski e l’eroe della finale Zaniolo. Si, proprio lui, che molte voci di mercato mettono al centro degli interessi di club come la Juventus (che però si vocifera non abbia i soldi che la Roma chiede per cederlo, ovvero almeno cinquanta milioni di euro), il Milan e le inglesi Arsenal, Tottenham e una delle due di Manchester (le nostre fonti non ci hanno saputo dire bene quale).
Dopo il gol in finale, però, il futuro di Zaniolo sembra essersi tinto di giallorosso più di quanto non lo fosse prima. E noi pensiamo che, dopo questa stagione di recupero che ha vissuto giocando, la prossima possa essere davvero quella della sua esplosione definitiva. Dunque peccato che la Roma non gli abbia ancora rinnovato il contratto. Sarebbe stato meglio averlo fatto. Sia nel caso di una sua permanenza in giallorosso, sia nel caso di una sua cessione.
Staremo a vedere cosa accadrà. Intanto continuiamo a goderci questa vittoria europea (che conta moltissimo, perché le immagini della Roma che alza la Conference le hanno viste in tutto il mondo, con conseguenti benefici per il brand giallorosso) e il nucleo italiano della squadra. Sul quale Mourinho, il vero valore aggiunto, ha costruito e costruirà le sue fortune nella Capitale. Aggiungendo ad esso i suoi quattro pilastri in campo: il portiere Rui Patricio, il treno della fascia destra Karsdorp, l’insuperabile Smalling e il centravanti vero Abraham.
Ci sembra una buona base da rinforzare adeguatamente per poter ambire a traguardi ancora più importanti della Conference. Che deve essere un bellissimo punto di partenza, non di arrivo.