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SAMPDORIA-ROMA. A PRIMA VISTA di Paolo MARCACCI

Autoepurati, cognomi evocativi di ossessioni, duello rusticani da sala stampa…come se non ci fosse la Sampdoria da affrontare. Che invece, come avete tutti visto dalle 18 in poi, c’era, a Marassi. Della Roma abbiamo saputo con largo anticipo chi non ci sarebbe stato, il problema è che non può, o non possono se contiamo anche Veretout, fare più “notizia”, con tutte le virgolette del caso, rispetto a quelli che sono scesi in campo.

A questi ultimi, con la curiosità su come si sarebbero assestati Mkhitaryan e Oliveira l’uno rispetto all’altro, spettava il compito di cancellare illazioni, polemichette, malumori cittadini di matrice radiofonica tra guelfi e ghibellini che levano in alto il gonfalone delle proprie convinzioni. 

Il primo tempo, soprattutto nel finale, dice che la superiorità tecnica della Roma ha fatto meritare alla squadra di Mourinho un vantaggio che nasce lungo l’out sinistro dalle qualità di uno Zalewski sempre più convincente. Una Samp organizzata che però procede a strappi, una Roma che se avesse sbagliato qualche appoggio in meno si sarebbe potuta regalare anche il raddoppio. Detto ciò, Cristante e compagni dopo quarantacinque minuti escono dal terreno di Marassi avendo fornito un’impressione di equilibrio e accresciute certezze. 

Secondo tempo con la Samp a tutta, come dimostra il subentro di Quagliarella a impinguare il reparto offensivo e i chili e i centimetri garantiti da Vieira. La Roma attraversa bene la fase più magmatica del secondo tempo, in una gara più dispendiosa e intensa di quanto possa apparire. Soffre un poco nel finale Sérgio Oliveira, ma i cambi che arrivano riguardano Vina per Zalewski e Shomurodov per Abraham, fortemente dolorante alla spalla. Due cambi per necessità e non preventivati. 

Alla fine la Roma esce vincente contro una Sampdoria che tenta di restare in partita fino alla fine, risultato che con la sconfitta odierna dell’Atalanta rende possibile un approdo interessante a ridosso del quarto positi, a maggior ragione se si pensa a un’ipotetica sconfitta della Juventus. 

Avanti così, ancora con gli stessi uomini, un poquito alla volta.