ROMA-SALERNITANA. Il “Pagellario” di Franco Bovaio
Il risultato non cambia il giudizio: la Roma ha giocato una gara bruttissima con la maggior parte dei suoi elementi. Ma i cambi hanno fatto la differenza. A cominciare da Carles Perez (7), che non si vedeva in campo da una vita e che ci è tornato alla grande, con un gol bello e importante, che ha rimesso in gioco la Roma quando ormai sembrava fuori dai giochi. Per proseguire con Zalewski (7), che è entrato con la voglia, la determinazione, gli estri che il suo odierno sostituto, El Shaarawy (4), non aveva avuto. E questa è la risposta a chi ci chiedeva sempre perché giocava il ragazzino e non l’altro. Bene anche il redivivo Veretout (6,5), dal cui piede è partita la punizione che ha portato al 2-1 di Smalling (7), sempre sicuro in difesa e oggi decisivo sotto porta.
Meno bene Zaniolo (5), che ancora una volta è stato molto fumo e poco arrosto, soprattutto nel finale, quando sul 2-1 si è malamente mangiato il gol della sicurezza. In precedenza era stato Sepe a negargli il gol con una gran parata, ma nel complesso il ragazzo deve mangiare ancora tante pagnotte prima di poter essere chiamato “campione”. Perché, anche se può diventarlo, ancora non lo è. L’unico che nella Roma di oggi può fregiarsi di questo titolo, secondo noi, è Mkhitaryan (7), che non ha mai mollato, che ha fatto il massimo sia da trequartista che da centrocampista (ruolo nel quale è stato arretrato nell’ultima parte della gara), che ha preso un rigore che non gli hanno dato (ma perché, visto che era così evidente) e che ha il carattere, l’esperienza e la personalità che manca a molti suoi compagni. A cominciare da Karsdorp (5, quanti cross sbagliati, ancora una volta) e Cristante (5), come al solito lento, prevedibile, a volte anche impacciato. Per proseguire con Afena (4,5), che a parte lo spunto del possibile rigore (che non c’era, il fallo era fuori), non ha fatto altro. Anzi si: si è mangiato un gol di testa che … Ridateci Pruzzo, per favore.
Insufficienti anche Sergio Oliveira (5), che ci ha messo grinta, un po’ di corsa (ma solo un po’) e poco altro e Shomurodov (5), impalpabile e anche inutile. Sufficienti Kumbulla (6) e Ibanez (6), ottimo Rui Patricio (7), che con una parata strepitosa su Castanos ha tenuto in gioco la Roma sull’1-0 per la Salernitana negandole il raddoppio. Se la Roma ha vinto, stavolta il merito è suo, che sul bolide di Radovanovic nulla poteva fare. Perché senza quella parata sarebbe stato 2-0 per loro e addio per noi. Ha riscattato alla grande l’errore col Bodo. Infine Abraham (4,5), di molto insufficiente perché ha fallito una chiara occasione da rete sbagliando lo stop di petto a tu per tu con Sepe e perché non ha dato un granché. Ma su di lui il giudizio è sempre condizionato anche dall’assistenza dei compagni, che pure oggi è stata minima. Il centravanti dipende sempre dalle palle che gli danno i compagni.
Infine Mourinho (6,5), che è stato bravo a rimediare con i cambi agli errori di formazione che aveva fatto all’inizio, quando si era affidato a uomini che hanno profondamente deluso. Ma forse, da loro, non se lo aspettava neanche lui. Se la Roma non molla mai e ci crede sempre, però, è tutto merito suo. Perché prima che arrivasse lui non era quasi mai così.