CAMPIONATOSTORIA DI IERI di Diego AngelinoTOP

NAPOLI-ROMA. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…

di Diego ANGELINO – Possiamo dirlo tranquillamente: due punti persi e non certo solo per demeriti della Roma.

I giallorossi offrono un’altra dimostrazione di come siano diventati una squadra mourinhana, al di là degli interpreti in campo: organizzata, pericolosa, mai doma fino al fischio finale.

Il Napoli, invece, offre l’impressione di vivere d’inerzia: sopite, al di là dell’aritmetica, le velleità di scudetto, la squadra azzurra trova il goal su un rigore guadagnato con furbizia da Lozano, complice la solita, inaccettabile, ingenuità di Ibanez.

Di Bello non fischia; lo richiamano al VAR e decreta il rigore: perché non è accaduto lo stesso, una settimana fa, per l’intervento di Obi su Mkhitaryan?

Senza penalty, difficile pensare come il Napoli avrebbe potuto trovare il goal del vantaggio. La Roma del primo tempo non è brillantissima ma resta molto pericolosa: dalla traversa su punizione deviata di Pellegrini al tiro di Zalewski, che con più convinzione avrebbe potuto davvero impensierire Meret.

Inizia la ripresa: fallaccio di Zanoli su Oliveira; solo giallo che, se sommato a quello mancante del primo tempo per fallo tattico su Abraham, avrebbe permesso alla Roma di giocare in superiorità numerica quasi tutto il secondo tempo.

Si fa male Lobotka: Spalletti sbaglia cambio, inserendo Zielinski e mettendo Fabian Ruiz davanti alla difesa, sbilanciando i suoi. La Roma è lì che allora va vicinissima al pareggio, con Abraham che, di testa, si divora una grande occasione.

C’è quasi solo la Roma in campo: anche perché i subentrati, compreso Veretout, entrano con lo spirito giusto. Meret contrasta Zaniolo in uscita: tocca il pallone, ma sul prosieguo dell’azione abbatte il numero 22. Di Bello sorvola; silenzio assoluto dal VAR.

L’azione dell’1-1 è ancora una volta fatta con grande qualità, per i contestatori del “non gioco”: palla perfetta di Pellegrini, velo intelligente di Felix, tacco geniale di Abraham, destro imprendibile di El Shaarawy.

La Roma c’è, fino alla fine. Manca però, e torniamo alla qualità migliorabile degli interpreti, il colpo di grazia.

ll Napoli, che trasuda le fragilità del suo allenatore, è alle corde. I giallorossi hanno due ripartenze per prendersi, nonostante tutto, i tre punti. In particolare quella (mal) conclusa da Carles Perez, in un’azione che vedeva un 4 contro 2 romanista!

Resta la delusione, certo, accompagnata però dalla convinzione del lavoro che sta facendo Mourinho: tecnico, tattico e di comunicazione.

Con lucida freddezza, infatti, l’allenatore portoghese, nel post partita, spiega esattamente ciò che è accaduto a livello arbitrale durante il match: una storia antica, che i romanisti conoscono fin troppo bene.