ROMA-LAZIO. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…
di Diego ANGELINO – L’artefice del derby perfetto si chiama José Mourinho. Lezione di calcio, all’avversario; lezione di mentalità, all’ambiente romanista.
La rabbia per gli “olè” dei propri tifosi, sul finire del primo tempo, è l’immagine più importante della gara di ieri, senza nulla togliere al risultato e alle reti di un grande centravanti come Abraham – voluto dall’allenatore – e di un grande capitano come Lorenzo Pellegrini.
La Roma aumenta i centrocampisti e si assicura più equilibrio e superiorità in mezzo al campo, oltre ad avere un’interpretazione caratteriale pressoché perfetta durante tutto il match.
Zalewski, Oliveira, Ibanez: ammetto che non ne avrei messo uno in campo. Invece – e per fortuna – decide Mourinho. Oliveira, inappuntabile; Zalewski, tolta un’iniziale ingenuità, disputa una stracittadina da veterano; Ibanez, con i soliti rischi evitabili, comunque se la cava.
In un pomeriggio così è sempre difficile stilare la classifica dei migliori. Ma tra i giocatori non citati troppo – e che, invece, meritano – c’è sicuramente Cristante. Una prestazione, la sua, di quelle che fanno felici gli allenatori. Quasi a uomo su Milinkovic-Savic, lo annulla e si toglie pure lo sfizio di qualche sventagliata: come quando lancia Abraham, che si divora il 4-0.
Una nota speciale per Smalling, calciatore che quando sta bene difficilmente sbaglia la partita: anche ieri, sempre pronto a intervenire per tappare ogni falla.
Due settimane per godersi questo netto successo, poi ci saranno gli ultimi 50 giorni di stagione: un lasso di tempo utile per non lasciare che il 3-0 di ieri sia fine a se stesso.