A PRIMA VISTATOP

ROMA-ATALANTA. A PRIMA VISTA di Paolo MARCACCI

Si incrociavano numeri e ipotetici quanto improbabili destini, oggi, sul terreno dell’Olimpico: quelli riguardanti il lungo periodo trascorso dall’Atalanta da imbattuta in casa della Roma; quello dei confronti tra Mourinho e Gasperini, quello attinente a tutte le volte, dieci ciascuna, in cui le due compagini sono riuscite a segnare nei minuti di recupero.  E poi la questione della classifica, che prima del fischio finale recitava 47 a 44 a favore dei bergamaschi. Entrambe attardate, Roma e Atalanta; entrambe con un po’ di battute a vuoto sul groppone, alcune delle quali impreviste; entrambe con un’Europa da onorare il più a lungo possibile. Era ed è ancora realistico parlare di sprint per la Champions? Chi ne sapeva molto più di noi un giorno disse – Pessimismo della ragione, ottimismo della volontà -. 

Ci siamo anche chiesti, all’inizio, quanto il tecnico degli orobici potesse aver appreso dopo la gara di andata, la più convincente in assoluto della squadra di Mourinho, anche oggi non presente in panchina ma aleggiante come entità decisionale. 

Rispetto alla gara disputata a Bergamo, c’è Lorenzo Pellegrini, nel pacchetto centrale, con più di un compito e più d’una zolla di campo da calpestare. 

Il primo tempo ha premiato giustamente la Roma, quanto a intensità dell’inizio e maggiore efficacia nelle transizioni; il gol di Abraham è arrivato quando la partita stava tutto sommato diventando stagnante e il merito è tripartito: bravissimo Karsdorp a involarsi nell’anticipo; apollineo Zaniolo nel lavorare la sfera; granitico Abraham nel resistere alle sportellate guadagnandosi l’approdo quasi fin dentro la porta. 

Nota a margine, ma non marginale: quanto è bravo, autorevole, saggio nell’amministrare il pallone Zalewski. Ma quanto. 

Nitida e meritata, alla fine, la vittoria della Roma, per un secondo tempo ancora più efficace e perché i cambi sono arrivati al momento giusto, contro un’Atalanta più rapida e pericolosa dopo gli innesti di Muriel e Boga in particolare. 

La stagione, almeno in parte, oggi acquisisce nuovo senso.