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DIVAGAZIONI ROMANISTE… Le partite si vincono a centrocampo

Di Franco BOVAIO- Quante volte abbiamo sentito la frase: “Le partite si vincono a centrocampo?”. Beh, visto il derby di domenica provate a dire che non è vero. All’andata la Roma lo aveva perso proprio perché in quella che viene definita “la zona nevralgica del campo” (altra frase trita e ritrita) aveva dimostrato di avere una decisiva inferiorità numerica. Al ritorno lo ha vinto perché là in mezzo Mourinho ha rinforzato gli organici, con Oliveira e Cristante che, in fase difensiva, sono stati ottimamente supportati da Pellegrini e Mkhitaryan al centro e Karsdorp e Zalewski sulle fasce.

All’andata, invece, i poveri e troppo soli Cristante e Veretout non avevano avuto lo stesso supporto né sulle corsie laterali (dove Karsdorp e Vina erano impegnati nei movimenti diversi imposti dalla difesa a quattro) né dai tre-trequartisti-tre che agivano alle spalle di Abraham. Il solito Mkhitaryan, El Shaarawy e Zaniolo. Con quest’ultimo che è stato il vero sacrificato da Mourinho sull’altare dell’equilibrio tattico e del derby. Che, alla luce di quello di andata, richiedeva più densità in mezzo e meno fronzoli. È chiaro, poi, che la presenza di Pellegrini (all’andata squalificato) ha fatto il resto. Perché è lui il vero collante di una squadra che denuncia sempre la mancanza di un vero e proprio regista. Il suo atavico difetto di costruzione, al quale bisognerà provvedere nel prossimo calcio-mercato e a cui “Mou” ha provato anche ad ovviare retrocedendo Mkhitaryan di qualche metro per chiedergli di provare lui a costruire il gioco. E l’armeno non lo ha fatto neanche male, ma è chiaro che nel suo ruolo naturale di trequartista alle spalle di Abraham è ben più devastante. Come ha dimostrato anche nel primo tempo del “derby del sorpasso”.

Che ora speriamo avrà le stesse conseguenze di quello ben più famoso e da allora definito così per eccellenza: il Lazio-Roma 0-1 con gol di Prati del 23 marzo 1975 che dopo molti mesi, in classifica, riportò finalmente la Roma sopra alla Lazio campione d’Italia in carica. Che da quel giorno, del quale proprio oggi ricorre il 47mo anniversario, non tornò sopra ai giallorossi per un bel po’.