EMPOLI-ROMA. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…
di Diego ANGELINO – Vincere in sostanziale scioltezza contro un avversario insidioso. Brava la Roma a farlo con un parte centrale del primo tempo in cui viene fuori la qualità più volte richiesta da Mourinho.
Cinismo – quello mancato per esempio con il Cagliari – nel mettere alle spalle di Vicario quattro delle sei occasioni create nel quarto d’ora di fuoco che determina il match.
Si torna a tre, con Smalling di nuovo a disposizione e Maitland-Niles a sinistra nei cinque, con calzettoni abbassati alla Cerezo.
L’inglese, a parte qualche frangente in cui appare svagato, si disimpegna bene e va anche vicino al goal del 2-0. Oltre al fatto che è alla quarta in maglia giallorossa, probabilmente ha beneficiato anche del cambio di modulo.
Gli indizi ormai sono abbastanza per formare una prova: Mkhitaryan è tornato ai livelli che abbiamo apprezzato nelle prime due stagioni romaniste. Alla qualità delle ripartenze, decisive non solo per i goal, si abbina anche un lavoro di schermo su Ricci, giovane, interessante, regista avversario. Che dopo pochi minuti, proprio su pressione dell’armeno, effettua un palese retropassaggio al portiere, non sanzionato da Fabbri.
Fabbri, già: possibile che Zaniolo debba essere trattato in questo modo? Fallo di Fiamozzi dopo 2 minuti da rigore; nulla. Entrataccia sulla caviglia di Tonelli: gioco. Atteggiamenti insopportabili, cui il ragazzo reagisce con maturità: occasioni, (semi) assist, goal. Una prova completa quella del
22.
Come quella di Sergio Oliveira: che non sarà un regista nel senso classico del termine, ma ha il fosforo necessario per gestire il pallone, vedi quando piroetta nei minuti finali del match. Segna ancora dopo l’esordio, contribuisce al vantaggio di Abraham: calciatore necessario per questa Roma.
Veniamo al Bomber: i goal sono decisivi, per carità, ma Tammy Abraham riempie la partita di tante cose. Ha qualità nei tocchi (vedi tacco in occasione del 4-0); è un punto di riferimento; prende punizioni che fanno respirare i compagni; sprona i suoi quando serve tirar fuori un pò di carattere per portare a casa il risultato. Non lo scopriamo ieri, almeno noi, ma è per questo che Mourinho a lui non ha mai rinunciato, nemmeno quando giocava quasi zoppicando.
Il secondo tempo della Roma è il punto di partenza su cui lavorare: data un po’ di stanchezza – avendo giocato ieri sette di quelli scesi in campo dal 1’ con il Lecce – bisogna scacciare la rilassatezza e la paura di farsi rimontare: un altro acquisto a centrocampo, a tal proposito, sarebbe più che ben accetto.