STORIA DI IERI di Diego AngelinoCAMPIONATOTOP

BOLOGNA-ROMA. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…

di Diego ANGELINO – Se decidiamo di fare i processi alla Roma ogni tre giorni, in base al risultato, non andiamo molto lontano. Anche perché conosciamo – bene e da tempo – i limiti che la accompagnano.

Rosa corta e di conseguenze poche scelte di qualità; che si riducono ulteriormente anche per il Covid, purtroppo sempre in agguato.Sicché la squadra di Mourinho va in campo a Bologna con gli stessi 11 di domenica scorsa, fatto salvo il rientrante Veretout in luogo dell’infortunato Pellegrini.

E, di certo anche per il poco turnover, la Roma appare meno brillante dell’avversario. Sebbene, con il nuovo modulo, si respiri un’aria di quadratura più intensa rispetto al recente passato.

Potresti andare in vantaggio con Abraham, ben servito da Karsdorp: l’attaccante di testa non trova però la porta. Da quel momento, la partita prende la decisiva piega negativa per i giallorossi.

Il Bologna trova un goal che più casuale non si può, che parte da una maldestra respinta difensiva, la quale coinvolge centrali e portiere. Poi sale in cattedra Pairetto: l’ammonizione al diffidato Abraham è qualcosa di cui ci si dovrebbe vergognare. Attaccante inglese che, praticamente di ginocchio, sfiora l’1-1 alla fine del primo tempo.

C’è Carles Perez, dal 46′; fa la mezzala: risultati piuttosto deludenti. Fuori El Shaarawy che, notizia del pomeriggio, si procura una lesione al polpaccio. Occasioni sprecate (Mikhitaryan), imprecisioni, terzo rigore tolto in stagione per precedente fuorigioco: in un attimo siamo nella parte finale del match.

In tempo perché Pairetto Jr sventoli il giallo sotto il naso di Zaniolo per simulazione, dopo che il calciatore – per l’ennesima volta – subisce falli a ripetizione, il più delle volte ignorati. Bene ha fatto Mourinho a sollevare il caso, comportandosi come il grande dirigente di calcio che manca alla Roma.

Sempre Pairetto si dimentica di espellere Soriano; è giustamente solerte nell’ammonire il diffidato e ingenuo Karsdorp, che proprio addosso a Soriano calcia, non violentemente, il pallone a gioco fermo; fischia la fine del match addirittura con qualche secondo d’anticipo, sebbene nel recupero si scateni un parapiglia di un minuto dopo il giallo al terzino olandese.

Le squadre di Mourinho – pensiero per gli esteti – non offrono gioco spumeggiante ma solidità, con i colpi dei campioni ad aprire le partite e renderle godibili. Sono quelli che gli vanno, al più presto, comprati. Cercando, magari, anche di farsi sentire davvero nelle sedi che contano.