PAGELLARIO di Franco BovaioTOP

ROMA-MILAN. Il “Pagellario” di Franco Bovaio

Punto primo: il Milan è più forte della Roma. Punto secondo: Maresca ha arbitrato malissimo (ben coadiuvato dai suoi colleghi al VAR) e ha indirizzato la partita (vedi il rigore per il Milan, per non scrivere di altro). Punto terzo: la Roma è molto carente nella manovra offensiva.

E questo, dei tre, è il punto che ci interessa di più. Perché riguarda da vicino le nostre pagelle, che stavolta cominciano da Abraham (5). Lo bocciamo perché non ha fornito una bella prestazione, anche se non solo per colpe sue. Lui non è Dzeko, che giocava per la squadra, ma un ragazzone di belle speranze che punta la porta avversaria e che deve essere servito adeguatamente per andare alla conclusione e al gol. E finora, nella Roma, nessuno lo serve o lo lancia come meriterebbe. Gli mancano gli assist, insomma. Anche se è stato molto sfortunato, perché ha preso tanti pali e perché molti tiri gli sono stati ribattuti o respinti. Mourinho (6) deve trovare la soluzione per mandare Abraham in gol. La sufficienza che stavolta diamo al mister è figlia soprattutto del modo in cui ha ridisegnato la squadra nel secondo tempo, spostando Cristante (6) al centro della difesa a tre con Ibanez (6) e Mancini (6) ai suoi lati e avanzando Karsdorp (6) e Vina (5) sulla linea di Veretout (6) e Pellegrini (7), arretrato a centrocampo e nel complesso il migliore della Roma. Che ha preso per mano e provato a trascinare oltre l’ostacolo nonostante un ginocchio ballerino, che già nel riscaldamento gli aveva procurato qualche fastidio. Contro il Milan il capitano ha fornito una prova encomiabile. Bravo, ma non ai suoi livelli, Zaniolo (6,5), che si è dato un gran daffare, che ha provato dribbling e contro dribbling per saltare i difensori avversari, ma che in qualche caso ha anche tenuto troppo la palla, rallentando di qualche secondo lo sviluppo dell’azione offensiva. E il calcio è una questione di tempi. Se li indovini segni, se li perdi no. Zaniolo deve migliorare in questo.

Ancora negativo Mkhitaryan (5), anche se gli va riconosciuto che si sfianca in un gran lavoro tattico di ripiegamento nella fase difensiva, quando lui e Zaniolo devono arretrare sulla linea di Veretout e Cristante per schierare la squadra con il 4-4-2. L’armeno, però, finisce col pagare tutto questo lavoro quando deve ripartire per attaccare la porta avversaria. Zaniolo lo fa bene, perché ha 22 anni. Mkhitaryan no, perché ne ha dieci di più. Così nel secondo tempo è stato sostituito dal giovane Afena-Gyan (5), che però, nella corazzata ed esperta difesa del Milan, ha trovato un muro troppo grande da superare. Mourinho ha riprovato l’azzardo di mandarlo dentro, ma stavolta l’impegno era troppo improbo per il diciottenne. Che non si è visto mai.

Negativo anche Rui Patricio (5), che si è piazzato male sulla punizione dell’1-0 di Ibrahimovic. Violenta e ben tirata, certo, ma sul palo che doveva coprire lui.

Sufficienti El Shaarawy (6) per il gol e Carles Perez (6), che ha provato a farlo impegnando Tatarusanu in una delle poche parate della serata. A conferma della sterilità offensiva della manovra della Roma, che con El Shaarawy è tornata a segnare un gol su azione in campionato dopo quasi un mese. L’ultimo lo aveva fatto contro l’Empoli il 3 ottobre. Poi era rimasta a secco contro Juve e Napoli e aveva segnato due reti a Cagliari da calcio da fermo. Come scritto prima è qui che bisogna migliorare, affinché si ricominci a segnare con maggiore frequenza e affinché Abraham cominci a farlo. Perché la Roma ha bisogno di un centravanti da 15/20 gol a campionato. Non di uno che ne segna al massimo 10. E l’inglese, finora, non è sembrato quella macchina da gol che tutti si aspettavano. Ma ha i mezzi per diventarlo. A patto che la squadra comincia ad assisterlo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *