La Roma evita lo psicodramma
(IL MESSAGGERO) All’Olimpico i primi fischi della stagione della Roma. Non finisce come all’andata, ma la prestazione con il Bodo/Glimt è di nuovo inguardabile: 2-2, addirittura in rimonta e per due volte. Mourinho, anche partendo con i suoi titolari, proprio non riesce a battere il Bodo/Glimt che guida il gruppo C, avanti di 1 punto a 2 turni dal traguardo. La Roma, insomma, stecca ancora e non si riabilita in Conference League dopo la vergognosa figuraccia in Norvegia.
Non è stato sufficiente per Mourinho schierare per nove-undicesimi la formazione migliore. Dentro i titolari, nonostante siano sfiniti, e non più i ricambi. Squadra A e basta: la sua, aspettando i rinforzi che gli hanno promesso i Friedkin a gennaio. Corretta poi in corsa con i ripescati Villar e Mayoral, senza andare però a dama.
In campo, all’inizio, sempre i migliori. Stanchissimi per 4 gare in 12 giorni. Fuori solo Viña e Pellegrini, esclusi dall’elenco perché leggermente infortunati. Entrano nel 4-2-3-1, dunque, solo in due: Darboe, a centrocampo accanto a Veretout, ed El Shaarawy sulla fascia sinistra. Mikhitaryan si sposta al centro da trequartista. E non convince nemmeno lì. Ma la novità è in difesa, con Cristante centrale accanto a Mancini. Posizione in cui il mediano è stato spesso utilizzato da Fonseca: l’ultima volta in Torino-Roma del 18 aprile. Ibanez scala a sinistra e Cristante diventa il vero play giallorosso. Suoi i lancioni, in particolare a destra per Zaniolo e Karsdorp. In fase offensiva, la difesa è ovviamente a tre.
La Roma attacca, ma solo El Shaarawy, alla metà del 1° tempo, è pericoloso con un paio di conclusioni. Abraham, invece, fatica ad entrare in partita: è a digiuno da 35 giorni. I giallorossi sparano spesso il pallone in avanti per saltare il centrocampo, rinunciando alla gestione e indirettamente favorendo la strategia di Knutsen.