RASSEGNA STAMPATOP

La rivincita di Mourinho

(IL TEMPO) Inizia a parlare in anticipo rispetto all’orario annunciato come è ormai consuetudine. Sceglie a quali domande rispondere. Prova ad abbassare i toni. Poi li rialza con un post sui social. José Mourinho resta il protagonista assoluto del mondo romanista anche alla vigilia di una partita diventata improvvisamente importante. Per due motivi: stasera contro il Bodo Glimt all’Olimpico bisogna cancellare il clamoroso 6-1 subìto all’andata ma la vittoria serve soprattutto a riprendersi la vetta del girone di Conference League. Perché arrivare prima significa qualificarsi direttamente agli ottavi e risparmiarsi il doppio playoff contro una delle «retrocesse» dall’Europa League.

Mourinho non nasconde che questa coppa «non è la competizione che appassiona tutti e neppure me, ma per noi è realistico pensare di arrivare fino in fondo. Prima di tutto – ricorda l’allenatore – dobbiamo qualificarci, puntiamo a vincere il girone e siamo in una buona situazione con sei punti. Vogliamo dimostrare che non siamo quelli dell’andata:per questo la formazione sarà diversa». Gli parlano di rivincita e lo Special One spiega che «non sono uno che alimenta questo tipo di sentimento. Certo, non si può dimenticare quella sconfitta, ci ha fatto male e abbiamo sbagliato tutti. Io ho avuto troppe paure prima e non ho avuto paura della partita: ho pensato al freddo, al campo, agli infortuni, alla stanchezza, ma non alla sconfitta».

Nonostante un andamento fin qui non proprio esaltante i tifosi restano al fianco della squadra: anche stasera sono attesi 40mila spettatori all’Olimpico. «Dobbiamo solo ringraziarli – sottolinea il tecnico – ma non penso che loro vogliano le nostre parole. Si aspettano vittorie e noi in casa non abbiamo potuto dargliele sempre». Poi Mourinho protegge Zaniolo e Abraham. «Per Nicolò è normale avere delle paure dopo due anni di stop, ora sta bene fisicamente e deve migliorare alcuni dettagli dal punto di vista tattico. Tammy non era abituato ad avere questo livello di pressione. Ha bisogno di tempo di adattarsi non solo al calcio, anche a livello sociale». Stasera non potrà schierare Felix – non è in lista Uefa – ma spiega perché nelle ultime due gare lo ha preferito a Shomurodov: «Ci sono dei momenti dove i giocatori non sono nel loro miglior momento. Felix ha qualità diverse da altri, è un ragazzino lontanissimo dall’essere un prodotto finito, ma ha un profilo su cui lavorare. Questo non cambia la fiducia che ho in Shomurodov e Mayoral». Ma lo spagnolo è ormai ai margini. Di arbitri non vuole parlare, idem del modulo cambiato in campionato. Due «non risposte» che fanno parte dello show. Poi la chiusura coi complimenti al Bodo per l’ormai certa vittoria del campionato norvegese. Prendere o lasciare, Mourinho è così.

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