GENOA-ROMA. A PRIMA VISTA di Paolo MARCACCI
Sono 108 i precedenti in Serie A tra Genoa e Roma, con 52 vittorie giallorosse, 24 pareggi e 32 successi del Grifone. In casa rossoblu sono 12 le vittorie della Roma, a fronte di 17 pareggi e 25 affermazioni dei padroni di casa, che non battono però i loro avversari a Marassi dal 18 maggio 2014, 1-0 con la rete di Fetfatzidis nell’ultima giornata di quel campionato.
Stavolta è importante per entrambi e inedita per la panchina del Genoa; bello e “paraculo”, tra l’altro, l’augurio di Mourinho a Sheva, con la similitudine operata con la prima panchina del portoghese, che fu una sconfitta.
Cristante e Villar positivi, Roma in bolla, formazione dettata stavolta – anche – dal COVID. Ancora più risicata la gamma delle scelte, ritoccato ad arte il modulo: tre – quattro – tre almeno sulla carta, con la “scena” occupata dall’esclusione di Zaniolo. E magari, anticipiamo il dibattito dei prossimi giorni, la questione venga affrontata solo sul piano tattico e tecnico: appena visionata la distinta ufficiale, hanno preso corpo malizie e dietrologie.
Non per mettere le mani avanti ma come promemoria: nella Roma in diffida Abraham, Cristante, Karsdorp, Mancini.
I primi venti minuti del primo tempo farebbero pensare, vista la pressione territoriale con un Mkhitaryan finalmente utile, a una Roma che possa fare un sol boccone di un Genoa rimaneggiato e intimorito.
Per descrivere la seconda parte del primo tempo, diciamo che se qualche nostro lettore soffrisse d’insonnia, farebbe bene a rivedere la gara dal ventesimo fino al duplice fischio di Irrati. Oppure, se avete dei bimbi che fanno i discoli, costringeteli a vedere Genoa e Roma sotto il temporale che sbattono l’una contro l’altra per quei venticinque minuti.
Per giudicare il secondo tempo – dopo un plauso a Karsdorp e soprattutto a Mkhitaryan – stasera facciamo presto: contro un Genoa a cui mancavano i giocatori più forti e autorevoli, da Criscito in giù, tu Roma non l’hai portata a casa fino a che non è entrato Gyan, che ha mostrato una cattiveria agonistica che Shomurodov e Abraham si sognano.
Poi Gyan si regala il sogno nunero due. Che gol! Bene i tre punti, necessari. Per i contenuti vi faremo sapere.