DIVAGAZIONI ROMANISTECAMPIONATOTOP

DIVAGAZIONI ROMANISTE… Attenzione al “trappolone” Marassi

Di Franco BOVAIO – In casa del Genoa abbiamo vinto lo scudetto dell’83 con il gol del grande ex Roberto Pruzzo. Che per i genoani era stato “O’ Rey di Crocefieschi” (dal paesino sulle colline dell’entroterra della città) e per i romanisti era e sarà per sempre “il Bomber”.

In casa del Genoa la Roma di Mourinho deve rinascere a nuova vita dalle sue stesse ceneri. Quelle di Venezia, dove la Fenice è di casa, tanto che le è stato intitolato anche il teatro della città. Un viaggio da una Repubblica Marinara all’altra, con l’obbligo, stavolta, di non sbagliare. Perché se la Roma “mourinhana” non dovesse sbancare Marassi allora si che sarebbe crisi. Pericolosa, terribile e chissà quanto lunga. Alla vigilia di queste due trasferte sui campi di due pericolanti, infatti, si ipotizzava di mettere in cascina sei punti. O minimo quattro. Dopo Venezia ne sono rimasti tre a disposizione e questi tre bisogna prendere per rimettersi in marcia.

Ma attenzione, perché la partita di domenica a Marassi è uno di quei trappoloni del campionato nei quali spesso e volentieri la Roma finisce col cadere. Il Genoa ha cambiato allenatore (come era accaduto al Verona proprio prima che arrivassero i giallorossi) e nessuno sa come sarà schierata la squadra da Shevchenko. O meglio, dal suo vice Tassotti, che è il vero tattico. Del Genoa di Ballardini si sapeva tutto, di questo del duo italo-ucraino nulla, perché è al debutto. E poi i rossoblu sono con l’acqua alla gola e per loro la Roma è solo l’inizio di un cammino difficile che, da qui a Natale, li porterà ad affrontare tutte le grandi una dietro l’altra. E la prima partita dopo il cambio dell’allenatore è sempre quella nella quale la squadra rende di più. Infine la tradizione, che per la Roma, nella Marassi rossoblu, è negativa, visto che le sue vittorie in campionato sono appena 12 in 54 partite, con 25 sconfitte e 17 pareggi, 60 reti segnate e 79 subite.

Avversità reali che la Roma troverà a Genova domenica sera, ma delle quali deve infischiarsene ed essere più forte. Perché lei è la Roma. Ovvero una squadra tecnicamente e qualitativamente migliore del Genoa, che può e deve battere. Senza se e senza ma.

Con l’augurio personale, per le antiche simpatie che mi legano al Vecchio Grifone e ai suoi meravigliosi tifosi (gli unici all’altezza di quelli della Roma), che dopo la sfida di domenica cominci a fare quei punti che lo porteranno ad una tranquilla salvezza e che mi faranno ricredere sulla reale utilità dell’avvenuto cambio tra Ballardini e il duo Sheva/Tassotti.