STORIA DI IERI di Diego AngelinoCOPPE EUROPEETOP

ZORYA-ROMA. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…

di Diego ANGELINO – Certo: l’avversario, con rispetto, non era il Real di Puskas e Di Stefano.

Però vai in Ucraina, 20 gradi in meno di Roma, reduce da una brutta domenica, con un turnover sostanzioso. E torni con tre goal e tre punti, che portano la Roma a 8 vittorie su 10 partite disputate.

4 difensori ma tre sono centrali: ecco che tocca a Calafiori essere buon terzino di spinta, che resta in campo fino alla fine, come gli chiede Mourinho.

Bravi i giallorossi a indirizzare il match dopo soli sei minuti: merito della marcatura di El Shaarawy; merito dell’assist di Darboe. Il ventenne gambiano è forse la nota migliore della serata: tiene la posizione; gioca semplice quando serve; si inserisce quando possibile; cerca di andare in verticale all’occorrenza.

Pellegrini torna dopo l’incredibile assenza nel derby: non nella serata migliore, calcia comunque l’angolo spizzato da Cristante per il 2-0 di Smalling e manda in porta Shomurodov, che non sfrutta l’assistenza: l’uzbeko e Carles Perez sicuramente i più appannati.

Primo tempo frizzante, ripresa meno, fino all’ingresso di Zaniolo e Abraham, che aggiungono categorie di differenza tra le squadre, con l’inglese – proprio dopo l’inserimento in area dell’italiano – che mette in ghiaccio la partita.

C’è spazio anche per Diawara, Borja Mayoral e Villar (che fa il trequartista…): il numero 8 propone un paio di belle cose in attacco, salvo poi far ammonire Kumbulla, perdendo con troppa facilità il pallone su pressing avversario.

Insomma, anche ieri le scelte di Mourinho sono indicazioni sul presente e sul lavoro che, nemmeno troppo di nascosto, il portoghese sta facendo in funzione della stagione 2021/2022. 

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