STORIA DI IERI di Diego AngelinoCAMPIONATOTOP

ROMA-NAPOLI. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…

di Diego ANGELINO – Una prova d’orgoglio, che poteva anche regalare la posta piena. 

Ho visto la Roma combattere e, soprattutto, non uscire mai dalla partita. Come aveva fatto contro Lazio e Juventus non venendo premiata, anche e soprattutto, per decisioni arbitrali.

Il Napoli di Spalletti viene presentato come una corazzata tritatutto, ma l’esperienza dal vivo mi conferma quanto già visto in tv: un’ottima squadra, certo, ma quello davvero impressionante è solo Osimhen. 

Che vede le speranze di segnare frustrate dal grande intervento di Mancini (con Ibanez) in un momento della partita in cui, forse, non doveva nemmeno più essere in campo. Perché la reazione su Mancini alla fine del primo tempo non può passare senza essere sanzionata.

Dall’altra parte la Roma ha Abraham, che lotta con ardore, ma non trova il goal. Prima incespica, rimandando al mittente un fantastico filtrante di Pellegrini; poi, apre troppo il piatto su assist di Cristante, che offre una delle migliori – se non la migliore in assoluto – prove in maglia giallorossa.

Si parla molto della poca brillantezza di Mkhitaryan, evidente. Io credo sia un problema di ruolo: con Fonseca era ben più libero di fare l’attaccante; con Mourinho il lavoro difensivo richiesto è maggiore e paga in precisione. A ciò si aggiunge l’assenza del miglior Spinazzola, un sempre valido aiuto in occasione di scambi e soluzioni offensive.

Bene difensivamente Ibanez, al contempo problematico in quasi ogni appoggio; bene Zaniolo, alcune volte troppo desideroso di saltarli tutti; bene gli esterni di difesa, con Karsdorp anche autore di un gran salvataggio.

Così come già accaduto ai tempi dell’Inter, Spalletti è stato contestato dalla stragrande maggioranza dello stadio: la vita vera è sempre diversa da quelle che sono, in ogni ambito, le bolle social.

Ancora una volta il peggiore in campo è l’arbitro: detto di Osimhen, incredibile come il primo cartellino per il Napoli arrivi solo al 95 ‘.

La Roma rimane quarta e, col Milan capolista, è anche la seconda difesa del torneo. Con gli “11,12,13,14” che anche ieri Mourinho ha ricordato, si può lottare. In attesa di un paio di regali a gennaio. E arbitri permettendo.

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