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ROMA-NAPOLI. Il “Pagellario” di Franco Bovaio

La Roma ferma il Napoli, che finora aveva sempre vinto. Partita tosta per cuori forti, con grinta, contrasti, fisicità in ogni zona e su ogni zolla del campo. Nella quale, ovviamente, sono emersi i combattenti. Ecco, dunque, i nostri migliori, che meritano tutti un bel 7: Ibanez, Mancini e Cristante. Il primo ha fermato con le buone e con le cattive il temibilissimo Osimhen, con il quale ha dato vita ad un duello fisico e adrenalinico che lo ha esaltato al punto di non fargli sentire neppure la botta che ha preso quando si è schiantato contro il palo. A Bodo era uno dei due titolari in campo fin dall’inizio (l’altro era Rui Patricio, oggi 6), dunque sapeva di doversi riscattare agli occhi dei tifosi con una grande prestazione. L’ha fornita, dimostrando di avere carattere.

Lo stesso che non manca mai a Mancini, che ha rischiato anche brutto quando è finito contro il palo nella stessa azione citata per Ibanez, insieme al quale ha retto la difesa. Quanto a Cristante ha giocato de centrocampista completo. Di rottura, di sostanza e di costruzione, come quando ha lanciato Abraham a tu per tu con Ospina. L’inglese, già malconcio, ha sbagliato il gol (per questo 6,5 e non 7) ma nel calciare è stato anche danneggiato dal difensore del Napoli e un ricorso al VAR con possibile rigore per la Roma non sarebbe stato del tutto sbagliato. Anzi.

Diverso il nostro giudizio per gli esterni o terzini. Karsdorp (6,5) ha cantato e portato la croce sulla sua fascia destra ma, anche per questo, ha fallito troppi cross e ultimi passaggi. Vina (6) ha fatto lo stesso sulla sinistra, ma con meno qualità dell’olandese. Al pari di Cristante anche Veretout (6,5) ha lottato a centrocampo, ma è mancato due volte nell’appoggio in fase di ripartenza vanificando altrettanti possibili contropiede della Roma. Pellegrini (6,5) ha provato a dare il massimo, ma non è andato oltre la sufficienza piena perché nella ripresa ha sprecato due buone occasioni in area azzurra.

Sotto tono, invece, Mkhitaryan (5), l’unico insufficiente della squadra. Un po’ più reattivo è sembrato El Shaarawy (6) quando gli è subentrato. A Mourinho diamo 6,5 perché ha fermato il Napoli, che fin qui aveva sempre vinto, ma anche perché riteniamo che quello Zaniolo (6,5) sulla fascia sia davvero sprecato. In quel ruolo, infatti, lo si costringe a mille sforzi in copertura finendo con il renderlo meno incisivo in zona-gol di quello che potrebbe essere se giocasse alle spalle di Abraham. In un duo di trequartisti centrali composto da lui e Pellegrini e protetto alle spalle da tre-centrocampisti-tre (con Darboe insieme a Cristante e Veretout) che trasformerebbero il modulo in un 4-3-2-1 più protettivo per la difesa e, allo stesso tempo, più efficace in fase offensiva. Dunque 6,5 a Mourinho e non 7 perché il 4-2-3-1 che adotta continua a non convincerci.

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