ROMA-EMPOLI. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…
di Diego ANGELINO – Finisse oggi la Roma sarebbe dove dovrà essere: in Champions League.
La strada è lunga ma è quella giusta, per una squadra più fresca e più equilibrata di altre occasioni.
Merito di certo del turnover di coppa, che ha riconsegnato a Mourinho qualche calciatore più brillante, come Karsdorp e Veretout. Merito del ritorno di Pellegrini che festeggia, con l’ennesimo goal di questo inizio di stagione, il rinnovo.
Merito della semplicità di gioco di Darboe, ingenuo solo in avvio quando regala palla agli avversari, fermati comunque da Mancini. Merito, per me, pure della presenza di Smalling, che se sta bene rappresenta ancora una sicurezza cui è difficile rinunciare.
Merito di Zaniolo, che dopo il derby offre un’altra prestazione da “vecchio” Zaniolo. E copre quindi di più la fascia con le forze che crescono di giorno in giorno. Unica cosa: facciamo qualcosa per farlo tutelare dagli arbitri. Anche ieri quasi mai falli fischiati a favore e un cartellino giallo ridicolo affibbiatogli.
Bene Mkhitaryan, decisivo in occasione delle reti prima con un assist e, poi, finalizzando la respinta della povera traversa “rotta” da Abraham con un destro incredibile. L’inglese, convocato in Nazionale, non segna ma è sempre nel vivo delle azioni.
Per la Roma quello di ieri è il palo numero 109 degli ultimi 5 anni: inutile dire che i giallorossi sono nettamente in testa in questa non invidiabile classifica.
In quella che conta, come detto, siamo quarti. Alla ripresa la Juve a Torino, il Napoli all’Olimpico, Cagliari in trasferta e ancora il Milan tra le mura amiche: una seconda parte di ottobre che molto dirà della prima Roma di Mourinho.