Roma alla conquista dell’Europa
(IL TEMPO) È ora di mettere la sesta. La Roma ha il vento in poppa e dopo cinque vittorie in altrettante gare ufficiali vuole subito mettere in discesa il cammino nel girone di Conference League: alle 21 all’Olimpico arrivano i bulgari del Cska Sofia, l’unica squadra che non ha perso con i giallorossi nella scorsa Europa League. Di nuovo quasi trentamila tifosi allo stadio per spingere la squadra di Mourinho, dopo il bagno di folla notturno all’esterno del ristorante dove martedì la Roma al completo ha celebrato le mille panchine dello Special One.
Il portoghese è il nuovo centro di gravità, ne è consapevole e cerca di convogliare più energie possibili attorno a sé: ieri è stata la volta della visita ai dipendenti del club nella sede dell’Eur, un saluto di una mezzoretta per far sentir coinvolti anche loro. Prima, nella sala stampa di Trigoria, si era preoccupato di fare anche il «pompiere». «Abbiamo vinto 5 partite, non 50. Non c’è ragione per essere ultra ottimisti, ultra positivi, fuori di testa. Ovviamente i risultati positivi aiutano il processo di miglioramento, i tifosi sono felici ma anche loro devono essere equilibrati come lo siamo noi. Capire che è un processo e che stiamo lavorando solo da 2 mesi: l’evoluzione c’è, però stiamo tutti tranquilli. Detto questo, l’empatia che si è creata è importante e l’altra sera giocatori come Viña e Abraham hanno capito meglio dove sono arrivati».
La Conference League è un obiettivo come lo sarà la Coppa Italia, ma Mourinho dice chiaramente che «il campionato è molto più importante. In Europa siamo lontanissimi dal vincere questa competizione, ma cercheremo di farlo. La Conference mi interessa, il primo obiettivo è la vittoria nel girone». Dopo aver utilizzato appena 13 titolari, stasera qualche novità ci sarà. Ma non troppe. «Ovviamente farò dei cambi – spiega Mourinho – non giocheranno gli stessi ma l’importante è mantenere una struttura». Al suo fianco c’è El Shaarawy, uno dei pochi titolari di stasera annunciati dal tecnico, l’altro è Calafiori al posto di Viña, mentre al centro della difesa «non li cambierò tutti e due».
Sul Faraone: «Ci ho parlato prima del Sassuolo dicendogli che avrebbe giocato contro il Cska, quando abbiamo iniziato la stagione lui doveva iniziare il percorso verso la sua migliore forma. Non ho mai avuto una squadra in cui gli stessi iniziano e finiscono la stagione da titolari». El Shaarawy, rinfrancato dal gol decisivo segnato al Sassuolo, raccoglie l’invito del portoghese. «Bisogna anche saper aspettare e farsi trovare sempre pronti. La Cina per me è un capitolo chiuso, ora penso solo a fare bene a Roma e a riconquistare la Nazionale».