STORIA DI IERI di Diego AngelinoCAMPIONATOTOP

ROMA-FIORENTINA. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…

di Diego ANGELINO – Lo stadio pieno; un grande allenatore, la consapevolezza di una proprietà solida e volenterosa; la speranza – vera – di vivere una buona stagione. Finalmente. 

Mourinho non è in giacca e cravatta e perfettamente pettinato – spiace per gli amanti del genere – ma in proletaria maglietta, a spronare di continuo i suoi: uno spettacolo vederlo dal vivo difendere i tuoi colori. 

C’è Abraham dal 1’ che fa tutto: assist, tacchi, provoca l’espulsione del portiere avversario, colpisce una traversa incredibile, fomenta il pubblico, discute su dove vuole il pallone con Mancini. Che voglia, che impatto!

Mkhitaryan c’è; Veretout si fa attendere ma poi arriva senza mezzi termini: giocatore iper mourinhano, che speriamo eviti la lunga serie di infortuni dell’ultimo anno. 

Purtroppo per Zaniolo c’è Pairetto in vena di compensazione: secondo giallo più che severo, che mortifica una prestazione generosa. 

Ecco i (buoni) segnali: prendo il pareggio in 10, colpisco una traversa dopo giocata di capitan Pellegrini (“calciatore immenso”, per Sir Claudio Ranieri)… Quando l’avrei vinta, in altri momenti?

Invece c’è ancora il colosso inglese a ispirare Veretout. È finita? No, perché entra Shomurodov e quasi ti dimentichi di Abraham, per come il 14 si muove e manda in porta Veretout per sigillare il match. 

Si cercano gli attaccanti in verticale: non è eresia ma calcio redditizio e funzionale. Se non per vincere, per vivere serate come ieri e per ridurre sempre il godimento degli altri. 

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