STORIE GIALLOROSSE… Idolo per sempre
Di Franco BOVAIO – Valerio Spadoni è uno dei campioni più bravi, amati e sfortunati della nostra Roma. Una mezzala dai piedi buoni, dallo spiccato senso del gol e dell’assist che era arrivata nella Capitale nell’estate del 1972 per poi mettersi subito in luce nel torneo 1972-73. Nel quale ha dimostrato tutto il suo valore, imponendosi come una delle più belle rivelazioni di quel campionato, nel quale ha giocato sempre (29 partite su 30) segnando 7 gol. E pensare che l’anno prima militava ancora in Serie C con il Rimini! Grazie al carattere forte e alla tecnica di cui era dotato ha vissuto senza troppi problemi il doppio salto di categoria ed è passato senza tentennamenti dalle partite giocate nel piccolo stadio delle cittadina balneare romagnola a quelle nel grande Stadio Olimpico della Capitale.
Ma il destino si sarebbe presto accanito su di lui: il 25 gennaio del 1976, al 22’ del primo tempo di Roma-Inter, in un violento scontro di gioco con il difensore nerazzurro Bini subisce un infortunio terribile che, a soli venticinque anni, lo costringe a lasciare il calcio. Il ginocchio esce dall’articolazione. Spadoni viene ricoverato alla stanza 108 dell’ospedale Gemelli e a trovarlo vanno in tanti. I compagni, i dirigenti, gli amici, i parenti e lo stesso Graziano Bini, che quando sul campo aveva visto le conseguenze che il contrasto aveva avuto sull’avversario si era messo le mani nei capelli con le lacrime agli occhi. L’incontro tra i due, in quella stanza di ospedale, si conclude con il perdono di Spadoni. Da allora i tifosi romanisti non lo hanno più dimenticato, anche perché in quei pochi mesi in cui avevano potuto ammirarlo sul campo lo avevano subito eletto a loro idolo. Dopo aver dovuto appendere gli scarpini al fatidico chiodo Spadoni è tornato a Lugo di Romagna, dove è nato e qui, per molto tempo, si è guadagnato da vivere gestendo un negozio di fumetti.