SPINAZZOLA “Emozione, ma anche tanta fatica. Mourinho e la squadra mi aspettano”
Il terzino giallorosso Leonardo Spinazzola, protagonista dell’ultimo Europeo, ha rilasciato un’intervista al Messaggero. Questo un estratto:
In campo a Wembley per prendere la sua medaglia e sulle spalle di De Rossi per salutare i tifosi. Come sta Spina?
Distrutto. La gamba non c’entra. Sono state ore pesantissime. Emozione, ma anche tanta fatica. Sempre con le stampelle. Non so di quanti giorni ho bisogno per riprendermi. Non esco di casa, penso solo a riposarmi. Ma quel viaggio a Londra non potevo certo perdermelo e nemmeno il lunedì con il Quirinale, Palazzo Chigi e i festeggiamenti.
Ha rispettato la promessa fatta ai compagni. Disse che sarebbe tornato per la finale. Dove ha trovato questa sicurezza?
A Coverciano. So come abbiamo lavorato. In ritiro e anche prima. La nostra nazionale ha giocato meglio delle altre dall’inizio del torneo, confermando le vittorie e soprattutto le prestazioni delle qualificazioni. Successo meritato, dunque. Lo hanno riconosciuto pure gli avversari.
Il legame con Mancini, ma anche quello tra voi giocatori. Scherzi, canti e vittorie. Come è stata la vita di gruppo, vista da dentro?
Abbiamo creato l’ambiente ideale per arrivare al risultato. La nostra è una famiglia più che un gruppo. Legatissimi. In campo e fuori. Coinvolti pure quelli che sono rimasti a casa. Li abbiamo spesso sentiti, hanno tifato.
Bernardeschi, sul charter che vi ha riportato da Monaco a Firenze, ha preso il microfono e ha cominciato a intonare il coro «Spina-Spina». Che cosa ha provato?
Sono state ore in cui la commozione è stata grande. Non mi ricordo se ho pianto. Ho finito le lacrime all’Allianz Arena.
Quando va in ferie?
Non credo prima di fine mese. Ancora non posso iniziare la fisioterapia. Devo aspettare una settimana, quando mi leveranno il gesso e i punti. Sono qui con me anche i miei bambini e mia moglie. Aspettano me per le vacanze, non mi togliete anche loro.
Come è andato il primo incontro con Mourinho?
Mi ha fatto piacere conoscerlo. È stato carino, mi ha detto che lui e la squadra mi aspettano in campo. Gli ho risposto che dovrà avere pazienza, la stessa che ho io.