STORIE GIALLOROSSE di Franco BOVAIOTOP

STORIE GIALLOROSSE… Dodo il Barbaro

Di Franco BOVAIO – Capelli ricci, lunghi e rossi (o “rosci”, come si dice dalle nostre parti) e un nome che è tutto un programma: Odoacre. Se non ricorda un re barbaro lui, non lo ricorda nessuno. Perché più di così … Proprio non si può. Anche se è nato a Roma che più a Roma non si può. E se è tifoso della Roma fin da quando è nato. E se si è tolto la grande soddisfazione di vincere da protagonista lo scudetto più bello della storia giallorossa, quello del 1982-83. Una stagione indimenticabile nella quale c’era anche lui, Odoacre Chierico, per tutti “Dodo”. Che era la prima riserva di Bruno “che viene da Nettuno” e un’eccezionale alternativa tecnico-tattica che Liedholm aveva a disposizione per la prima linea di quella squadra fantastica. Alla quale “Dodo” garantiva coperture e fantasia, piedi buoni e rifornimenti continui per il “Bomber” (con la “B” maiuscola) della nostra storia. Quasi come quelli di Bruno, tanto per capirci. E quando giocava da titolare “Dodo” indossava spesso la maglia n.7, perché il mago Maggi a Liedholm diceva di dargli proprio quella. Più raramente la 11.

E “Dodo” si esaltava su quella fascia destra, dove saltava avversari e da dove faceva i cross. Come quello con cui quella volta ha dato a Pruzzo il pallone per la “più splendida” (si, proprio così, anche se non si dovrebbe scrivere in questo modo) rovesciata della nostra storia. Quella del 2-2 a Torino con la Juventus all’ultima azione della partita. Tutto grazie a “Dodo”, che dal limite destro dell’area juventina aveva fatto un sombrero al suo diretto controllore e poi il cross al volo per il “Bomber” (sempre con la “B” maiuscola). “Dodo” che in quell’azione potete vedere con la maglia n.15 perché era entrato a partita in corso. Come spesso gli capitava quando Liedholm aveva bisogno di recuperare un risultato o di scardinare le difese avversarie troppe chiuse e coperte. Due casi in cui Odoacre era l’uomo giusto da buttare dentro, con tutta la sua grinta, la sua classe e la sua voglia di spaccare il mondo. Un indomabile re barbaro-romano che in giallorosso ha giocato dall’81 all’85 collezionando 119 presenze ufficiali tra campionato e coppe e 10 gol.

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