ROMA-CROTONE. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…
di DIego ANGELINO – Partita di fine stagione, per le modalità con cui si presenta e sviluppa: ma comunque da vincere.
Perché, si scali in Europa League se puniscono la Juve o si esordisca nella nuova Conference League, una squadra che vuol essere grande non puoi mai rinunciare alle coppe internazionali.
Si gioca ancora a 4 dietro: necessità visti gli infortuni o accordo Mourinho-Fonseca? Tant’è, ma Cristante a centrocampo è palesemente altro giocatore.
La Roma ha in Mkhytarian il calciatore più attivo dopo un lungo, decisivo, periodo di appannamento.
L’avversario, con rispetto, non può rappresentare un test troppo probante, ma fanno piacere le doppiette di Mayoral (come all’andata) e di capitan Pellegrini, autore di due marcature, soprattutto la prima, in bello stile.
Piacevole anche vedere Darboe dal 1’ costretto poi, come ormai da lunga tradizione, a lasciare
Il campo per infortunio dopo ottima prestazione.
Quella che, anche contro il rassegnato Crotone, non riesce a offrire Reynolds, che andrà mandato in prestito per capire di che pasta è davvero fatto.
La Roma che passa in vantaggio all’inizio della ripresa, si abbandona poi alle azioni offensive dell’avversario, in uno dei tradizionali cali di tensione per eliminare i quali Mourinho dovrà usare tutta la sua lunga esperienza.
Il 5-0 è così specchio relativamente fedele di un match vissuto, almeno personalmente, con la confortante consapevolezza che lo stesse seguendo soprattutto il futuro allenatore Roma.
Gli obiettivi sono minimalisti, ma ci sono anche in queste ultime tre giornate: desistere di nuovo sarebbe ulteriormente delittuoso.