DIVAGAZIONE ROMANISTA… Lettera all’allenatore che verrà
Di Franco BOVAIO – Caro allenatore che siederai l’anno prossimo sulla panchina della Roma devi sapere:
1 – che i romanisti si sono stancati di vedere la loro squadra fare sempre brutte figure come quella di Manchester e quelle negli scontri diretti di questo campionato;
2 – che i tifosi della Roma si sono stancati di vedere la fase difensiva fatta male. Perché conoscono il calcio e sanno che in questo gioco vince chi non prende i gol e non chi ne fa più degli altri (soprattutto nel campionato italiano). Lo sanno perché glielo hanno insegnato tanti tuoi illustri predecessori su quella panchina come, ad esempio, Capello e lo stesso Liedholm. Si, anche il Barone, che è passato alla storia per aver inventato la zona con il doppio libero ma che, in cuor suo, puntava sempre al possesso palla (“Perché se il pallone lo abbiamo noi gli altri non ci possono fare gol” ripeteva) e, magari, a fare 0-0, pur di non rischiare di perdere. E’ così che è arrivato terzo in quel campionato 1974-75 nel quale la difesa della Roma ha preso solo 15 gol, stabilendo un record di imbattibilità societario che ancora regge ed è così che ha vinto quello che ha vinto;
3 – che nella sua storia la Roma ha sempre avuto grandi attaccanti, ma un po’ meno difensori fortissimi, a parte eccezioni come Losi, Samuel, Aldair e pochi altri. Dunque, nella costruzione della squadra che allestirai farai bene a partire dal reparto difensivo per darle basi solide su cui fondare il gioco e il resto della squadra;
4 – che dopo tredici anni dall’ultima vittoria bisogna tornare a vincere qualcosa. E va bene anche la Coppa Italia, perché la Roma non ha una bacheca che è così piena di trofei al punto di potersi permettere di snobbarla;
5 – che il senso di appartenenza e la voglia di lottare per questa maglia e questi colori sono stati sempre alla base della storia romanista, tanto che i tifosi sono disposti a perdonare tutto a chi dà il massimo in nome della Roma e nulla a chi la vive solo come un’opportunità di lavoro o un trampolino di lancio per andare poi in altre squadre. E questo sarà compito tuo farlo capire ai ragazzi che allenerai a Trigoria;
6 – che i tifosi della Roma non ti chiedono di essere uno scienziato del calcio o un mago del nulla. Di questi ne hanno già visti troppi. I tifosi sanno che per allenare la Roma non serve tanta teoria, ma ci vogliono amore e passione, un po’ di accortezza difensiva (che è stato sempre il tallone d’Achille della squadra) e una buona preparazione fisico-atletica, che nelle ultime stagioni è spesso mancata. Come testimoniano i tanti infortuni con cui tutti i tuoi ultimi predecessori hanno dovuto fare i conti e che non possono essere solo frutto della sfortuna. I tifosi della Roma amano chi li ha fatti vincere, come Nils Liedholm. Ma anche chi non ci è riuscito ma ha dato il massimo per la loro squadra, trasmettendole l’orgoglio di giocare per questi colori e per la gente che li sostiene. Come ha fatto Gigi Radice.
Caro allenatore che siederai l’anno prossimo sulla panchina della Roma, se arriverai e saprai già tutto questo partirai sicuramente con il piede giusto.