ROMA-AJAX. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…
di Diego ANGELINO – E semifinale fu! Soffrendo – come avrebbe potuto essere altrimenti? – ma si è trovata la grande soddisfazione che si cercava.
Non può definirsi un “obiettivo”, ma arrivare giocare un turno del genere offre ancora un senso importante a una stagione che pareva solo ammantata di mediocrità.
La partita con l’Ajax dovrebbe rappresentare un importante, ennesimo insegnamento in vista del prossimo futuro, visto che si andrà ad affrontare i favoriti – netti – della competizione.
La Roma ci ha messo tutto quello che poteva, considerando Mkhitaryan in ripresa come Veretout, Pau Lopez sempre da brividi e una incapacità tattica di adattarsi a due cambi – uno in difesa è uno in attacco – degli avversari.
Che giocano, giocano, giocano ma, senza regali giallorossi, non avrebbero trovato la via del goal, né ieri né all’andata.
Anche all’Olimpico, infatti, la difesa piatta e alta allo stesso tempo, unita all’uscita tardiva di Pau Lopez, permette a Broberry
di mettere paura ai giallorossi.
Paura aumentata dall‘imbarazzante arbitro Taylor, nato proprio in quella Manchester (!) dove si sapeva si sarebbe recato chi avesse superato il turno.
Ammonizioni a tutto spiano quando invece mancanti, un goal convalidato dopo un fallo più che evidente su Mkhitaryan, la “ciliegina” della mancata regola del vantaggio, nel finale, con i giallorossi praticamente lanciati a campo aperto.
Per fortuna, con la maglia della Roma, c’è ancora Edin Dzeko, quasi più esaltante in occasione delle dichiarazioni postpartita – da leader e futuro dirigente – che in quella del fondamentale goal dell’1-1.
Meravigliosamente propiziato, dopo una bella uscita palla al piede della Roma, dalla cavalcata del giovane “vecchio” Riccardo Calafiori, che speriamo il Destino preservi da ulteriori infortuni e la Società dall’ingordigia di Raiola.
C’è tempo per parlare di formazioni: riflettiamo solo sul fatto che, forse, la Roma potrà affrontare la doppia sfida con gli inglesi recuperando alcuni dei suoi migliori calciatori.
E godiamoci quest’accesso alle semifinali con leggerezza: la vita è sempre e solo adesso.