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DIVAGAZIONI ROMANISTE… Roma: una stagione in una partita

Di Franco BOVAIO – Una stagione in una partita. Manchester-Roma ha evidenziato tutti i limiti e le carenze che hanno portato i giallorossi a disputare una delle peggiori stagioni della loro storia. Ora che anche il sogno Europa League è praticamente fallito lo possiamo dire. Le elenchiamo una ad una, senza tanti giri di parole. Così sono più chiare.
La mancanza di veri leader di grande personalità in grado di prendere per mano la squadra quando in campo va in difficoltà. Mancano i De Rossi, i Totti, ma anche i Pizarro. Tanto per dire.

La conseguente mancanza di personalità della squadra stessa, composta da troppe mezze figure e giovani di belle speranze ancora in fase di maturazione.

La dissennata e insistente ricerca del gioco d’attacco (o del bel gioco) anche quando le circostanze della partita richiederebbero una strenua difesa del risultato. Come richiedeva il vantaggio per 2-1 con il quale si era andati al riposo a Manchester.

I troppi infortuni muscolari che continuano a perseguitare la Roma da ormai molti anni nonostante a Trigoria si siano cambiati preparatori, staff medico, campi di allenamento e metodologie di allenamento. Un mistero. Forse spiegabile con il fatto che si sono spesso acquistati giocatori reduci da malanni precedenti e, per questo, pagati di meno in sede di campagna acquisti.

I limiti dell’allenatore, evidenti e lampanti sia nella gestione dell’ultimo mese e mezzo di campionato (disastroso), sia nella gestione della squadra, sia nella gestione delle partite, spesso lette in ritardo e sempre preparate allo stesso modo, con la deleteria e autolesionistica costruzione dal basso che lo ha portato a pensare di schierare il povero Cristante difensore centrale, esponendolo a figure grottesche.

I limiti tecnici di molti giocatori spesso sopravalutati dall’ambiente, sempre incline ad esaltare più del lecito chi gioca qualche bella partita, ma deve ancora farsi. Un esempio su tutti: Villar.

La rosa corta e inadeguata che non offre sostituti all’altezza di quei 5/6 giocatori forti che ci sono (Veretout, Spinazzola, Mancini, Smalling, Mkhitaryan e lo stesso Dzeko). Con loro tutti insieme in campo è una squadra, senza di loro è un’altra, senza alcuni di loro la squadra va comunque in crisi. La mancanza di un portiere affidabile. Pau Lopez e Mirante: due che insieme non ne fanno uno.

Secondo noi, per tutti questi motivi la Roma è tracollata a Manchester come era tracollata negli scontri diretti di campionato con le altre squadre d’alta classifica.

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