CAGLIARI-ROMA. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…
di Diego ANGELINO – Perlomeno siamo equanimi: regaliamo infatti punti a tutte le compagini che lottano per la salvezza. C’è chi è convinto vada bene così e che conti solo l’Europa League.
Nessuno mette in dubbio la preponderanza dello scontro con gli inglesi sul tutto il resto: ma tra gestire uomini e risorse lavorando per l’appuntamento europeo e consegnarsi settimanalmente a queste figuracce, ce ne passa. Anche perché i Friedkin il mese a tutti i tesserati lo pagano per intero.
Cosa posso raccontarvi su Cagliari-Roma? Nulla di più di quanto non abbiate già tristemente visto e scovato tra i numeri impietosi del girone di ritorno dei giallorossi, né qualcosa che possa scalfire le vostre convinzioni, in un senso o nell’altro, su tecnico e giocatori.
L’animo è consolato solo dal fatto che, qualunque cosa accada in Europa, a giugno verrà ribaltato tutto. Una rivoluzione indispensabile, per una nuova proprietà che, dopo un anno, potrà finalmente farci capire – o magari dirci – in quale direzione ha scelto di andare.
Restando convinto che sia inaccettabile avvicinarsi a un appuntamento come quello di giovedì con queste modalità, provo a guardare le poche cose buone di ieri, ovvero i rientri di Smalling e Spinazzola, e un Mkhitaryan che in velocità ha recuperato chiudendo su possibili contropiede avversari, dimostrando una – forse – ritrovata freschezza.
Non considero molto la prova di Carles Perez, perché nei 14 mesi vissuti finora in Italia lo abbiamo visto accendersi praticamente solo contro avversari di medio-basso livello.
Sui tre goal regalati – partendo dal primo che nasce dalla solita, difficilmente applicabile, costruzione dal basso – e su tutto il resto stendiamo un velo pietoso provando a guardare avanti, ma senza mai dimenticare tutto ciò che andrà cambiato.