SHAKHTAR-ROMA. A PRIMA VISTA… di Paolo MARCACCI
Paulo Fonseca aveva impostato, innanzitutto dialetticamente, la sua campagna d’Ucraina all’insegna della saggezza. Il succo del discorso era consistito nel principio che soltanto non concependola come una gita quella di Kiev si sarebbe rivelata una spedizione fruttuosa e relativamente tranquilla. Relativamente. Se era vero all’andata che il mister conosce piuttosto bene gli avversari, a maggior ragione è vero al ritorno, considerando, senza il fattore campo, quantomeno quello ambientale sommato al fattore agonistico.
La formazione è quella annunciata, con la fiducia concessa, tra gli altri, a Carles Perez, che a suon di spezzoni positivi e subentri agonisticamente proficui se l’è guadagnata nell’ultimo mese.
Dirige il Signor Mateu Lahoz, le cui direzioni non costituiscono precedenti felici, a cominciare dalla famigerata gara con lo Slovan Bratislava ai tempi di Luis Enrique.
Il primo tempo veleggia sulla brezza di una guardinga tranquillità, con la Roma agevolata dai ritmi degli uomini di Castro e protetta dalla gestione del pallone che Cristante amministra, pulisce, protegge e ottimizza in fase di prima impostazione. L’unica criticità è sul lato sinistro degli ucraini in fase offensiva, dove il rapido e tecnico Solomon tiene quasi sempre in apprensione Ibanez, il quale nel frattempo si è fatto ammonire ed è anche frastornato dopo una zuccata fortuita con Kumbulla. Questa somma di fattori porta al fatto che nemmeno stasera Mancini possa riposarsi: nel secondo tempo tocca all’ex atalantino.
La ripresa si apre con il gol di Mayoral: gioco, partita, incontro: è la cassazione sull’approdo ai quarti di finale. Poi, certo, accade dell’altro: divorano due gol in sequenza Pedro e Perez, pareggia Moraes per lo Shakhtar, Fonseca avvia la giostra dei cambi. È un piacere rivedere Calafiori, per tutti quelli che conoscono le vicissitudini già affrontate da questo ragazzo.
Ritmi blandi, fraseggio dominante, il secondo gol di Mayoral, al termine di un’azione da calcio a cinque. Testa al Napoli, ovviamente e comprensibilmente, nell’ultimo quarto d’ora.
Ora parola all’urna, per il sorteggio: grandi nomi, a cominciare da Arsenal e Tottenham (se nel frattempo avrà raddrizzato la questione a Zagabria), ma al tempo stesso ancora qualche outsider da poter pescare. Tutto dipende dalle palle, in ogni senso.