Roma, le grandi restano un tabù
(IL TEMPO) Il tabù resiste. La Roma va Je contro un’altra big del campionato dimostrando tutti i suoi limiti, perde l’imbattibilità casalinga e si ritrova fuori in un colpo solo dalla zona Champions, sorpassata anche dall’Atalanta.
Un disastro in un weekend che, con i ko di alcune dirette concorrenti, poteva cambiare molto la stagione giallorossa. Invece la squadra di Fonseca conferma tutti i limiti di un gruppo che nonostante giochi a tratti un grande calcio, resta piccola come le grandi: tre punti sui 24 disponibili… troppo poco. E le assenze, seppur pesanti, continuano ad essere un alibi non sufficiente. Stavolta ci ha messo del suo anche l’arbitro Guida che ha sbagliato tutti gli episodi chiave.
La sfida tra le uniche squadre rimaste in Europa League, tra quella con il miglior tabellino in casa e quella con la miglior media punti in trasferta va a quest’ultima con Pioli che tiene aperto il campionato. Fonseca, invece, è costretto di nuovo a inventare soprattutto in difesa. Conferma per Cristante che continua ad essere il centrale «inventato» di questo reparto con Mancini centro destro e Fazio dall’altra parte. Ancora lui, l’argentino rimasto a Roma solo perché non sono riusciti a piazzarlo sul mercato, che Fonseca si ostina a far giocare titolare: anche stavolta fa disastri. Prima mette Pau Lopez in grande difficoltà con un retro passaggio sul qua le Ibra (egoista) grazia la Roma col portiere spagnolo che a palla ferma manda letteralmente a quel paese il compagno. Poi regala un rigore al Milan commettendo un fallo su Calabria che la Var giudicherà, giustamente, colposo. L’implacabile Kessie dal dischetto porta la prima frazione dalla parte dei rossoneri che erano partiti fortissimo, ma avevano poi subito il ritorno della Roma.
Il bilancio fin qui era in approssimativo equilibrio (due gol annullati al Milan uno ai giallorossi), diverse occasioni in avvio per la squadra di Pioli (molto bene Pau Lopez almeno in un paio di occasioni), ma almeno due chance clamorose anche er la Roma che, con Miki prima e Pellegrini poi, dimostra di non aver ancora superato l’empasse emotivo contro una grande. Ci pensa di nuovo Veretout a rimettere in piedi la Roma segnando in avvio di ripresa il suo decimo gol stagionale (era dai tempi di Platini che un centrocampista francese non andava in doppia cifra in Italia), ma non basta per portar via l’intera posta. Perché il lavoro devastante di Rebic si concretizza con il secondo gol: grazie all’ennesimo errore difensivo dei padroni di casa che regalano palla e campo agli avversari. Sul 2-1 la Roma continua giocare e crescere ma non basta: Miki ne sbaglia almeno altri due, Fonseca cambia quello che può ma non salva una serata compromessa. Il Milan va, la Roma resta al palo… di nuovo!