Un terzo di nobiltà
(IL TEMPO) La Roma si riscatta. Vince una partita senza storia contro l’Udinese, si conferma imbattibile sul prato amico dell’Olimpico (quest’anno in campionato mai ko in casa) e si riprende il terzo posto in classifica scavalcando la Juventus fermata nell’anticipo del sabato dal rigenerato Napoli di Gattuso. Poi l’Inter in serata regala un «solitario» ai giallorossi. Decidono la doppietta di un soprannaturale Veretout, padrone assoluto del centrocampo giallorosso (per lui sono dieci i gol stagionali in campionato) e il sigillo finale di un ritrovato Pedro. Il francese segna, macina chilometri, fa assist per i compagni (tutto suo il terzo gol giallorosso segnato da Pellegrini e poi annullato da Giacomelli con l’ausilio della Var) e dispensa ordini in mezzo al campo coadiuvato da un Villar sempre più calato nella parte di leader: per lui una crescita esponenziale.
Ma rendimento dei singoli a parte è l’intera a Roma ad aver lasciato un’ottima impressione collettiva, quella di una squadra sempre più concreta che gioca un bel calcio di prima intenzione e in velocità. E ti da’ sempre la sensazione di poter variare in corsa, di essere in grado di allargare la «palette» delle opzioni con la palla in movimento. Il primo tempo è stato da manuale, sicuramente uno dei migliori quest’anno, senza lasciar scampo alla pur ottima Udinese di Gotti che veniva da una bella striscia positiva fatta di due successi consecutivi e che non incassava gol da tre partite. Numeri azzerati da una Roma a tratti ingiocabile, che quando gira così a mille è una squadra durissima da affrontare per tutti: figuriamoci per una compagine che naviga nella parte destra della classifica (con quelle mai un flop di Fonseca & Co.). E per una volta si è intravisto anche il concetto palesato più volte dal tecnico portoghese secondo il quale questa squadra gioca meglio con Borja Mayoral in attacco che non con il più quotato Dzeko. Sembrava un’assurdità, eppure il tempo sta dando ragione a Fonseca: ieri l’ennesima conferma. È un’ammissione sanguinosa per chi ha sempre stimato infinitamente il bomber bosniaco, ma è innegabile che i movimenti, del brevilineo spagnolo, fanno meglio alla Roma: almeno in questa fase.
Intanto la Roma ha rimesso il naso in Champions, ma resta con i piedi per terra perché sa benissimo che la strada da fare è ancora lunga e piena di insidie già a partire dall’impegno di coppa di giovedì. La doppia sfida col Braga, intramezzata dalla trasferta a Benevento, farà da preludio al big match con il Milan… vero crocevia della stagione. E stavolta la Roma non potrà sbagliare.