JUVENTUS- ROMA. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…
di Diego ANGELINO – “Abbiamo battuto più calci d’angolo di tutti”, diceva anni fa Mazzarri allenatore dell’Inter, nel vano tentativo di mascherare una stagione mediocre. Un po’ il discorso di Fonseca dopo l’ennesima sconfitta della Roma con una delle prime nove della A.
Sono sicuramente strano io, però, perché vedo tutti contenti: allenatore “orgoglioso”, giocatori che fanno post sui social, felici addirittura di aver tenuto testa a una delle Juventus meno brillanti degli ultimi 10 anni.
Una Juventus che fa quello che hanno già fatto altre squadre che ti hanno battuto: ti aspetta, ti fa illudere di poter arrivare a dama con lo stucchevole avvicinamento orizzontale alla propria porta: poi ti ruba palla, riparte e ti punisce.
Colpo da calcetto di Ronaldo, bello solo (!) al limite dell’area: la speranza che Pau Lopez possa toglierti, per una volta, le castagne dal fuoco è come quella di trovare la famosa oasi nel deserto.
Palla al centro e il solito Orsato, che già si era perso qualche punizione per strada, giudica regolare l’intervento di Rabiot in area su Villar: a Torino ci sono stati negati rigori dieci volte più palesi e dati contro altrettanti cento volte meno netti.
L’ineffabile arbitro di Schio, si scioglie invece in una bella risata quando Ronaldo mette in dubbio la tecnologia e ancor di più la sua parola, in occasione della traversa colpita su deviazione di Kumbulla. Il portoghese guarda l’orologio della goal-line technology in maniera tutt’altro che simpatica: sarebbe giallo per tutti, non per lui.
Finisce il primo tempo e, come da scontata previsione, Borja Mayoral è stato stretto nella morsa di Bonucci e Chiellini, per la serenità del quasi inoperoso Szczesny.
C’è solo una mossa da fare subito: inserire Dzeko, al posto di o insieme al numero 21. Si riparte invece, al solito, con gli stessi 11, prima di un triplo cambio senza senso: dentro il dimenticato Diawara e il quasi sempre impalpabile Carles Perez, a discapito, tra gli altri, dell’ottimo Villar.
La Roma trova, però, il primo vero tiro del match: tira Perez, servito ovviamente da una sponda di testa di Dzeko.
Tu metti Diawara e Carles Perez, loro Cuadrado e Kulusewski, perso proprio dallo spaesato centrocampista guineano nell’occasione che chiude il match. Massimo risultato, minimo sforzo per i bianconeri.
Il famoso terzo posto, bandiera degli strenui difensori di Fonseca, rischia stasera di trasformarsi in quinto. Però l’Atalanta ha pareggiato, il Napoli ha perso e la Roma ha “tenuto testa” alla Juventus: contenti voi…