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BENEVENTO-ROMA. A PRIMA VISTA… di Paolo MARCACCI

È arrivato, il momento della stagione in cui cominciano definitivamente a manifestarsi i valori per quelli che sono, non per quelli che possono sembrare, seppure a medio – lungo termine. Una prima, significativa cartina di tornasole da questo punto di vista è stata rappresentata dal derby milanese di questo pomeriggio.

Ribadiamo un discorso fatto più volte, per il quale la Roma ha fornito, prima di stasera, parecchi elementi a suffragio: in un campionato in cui tutti, Inter a parte a questo punto, hanno evidenziato un andamento altalenante e disseminato il cammino di passaggi a vuoto anche inaspettati, la regolarità con la quale la Roma ha battuto le formazioni che le stanno dietro in classifica potrebbe rivelarsi decisiva per il raggiungimento di una delle quattro posizioni utili per la qualificazione alla Champions League 2021/2022. 

Fonseca, non per la prima volta ma in particolare questa volta, se l’è dovuta inventare, la Roma, dalla cintola in giù, addirittura riproponendo Fazio titolare, giocandosi Bruno Peres in mediana sul lato sinistro e riciclando Spinazzola nei tre di difesa. 

Dopo il primo terzo di gara, prescindendo dal dato effimero del possesso palla, si capisce una cosa: questa gara presenta una soglia di difficoltà, soprattutto tattica, superiore a tante gare contro formazioni che frequentano la stessa fascia di classifica dei campani. Ci vuole pazienza, molta; ci vuole, forse, la capacità di “sporcare” con gli episodi la fase offensiva della Roma. 

Domanda non retorica ma degnamente ipotetica: Dzeko subito? Non mettendolo a confronto con Mayoral, ma pensando all’apporto complessivo alla fase offensiva. 

Di certo Inzaghi l’ha preparata bene, questo del resto non sorprende affatto. Per la seconda parte, al netto degli ipotetici avvicendamenti, bisogna vedere quanto il Benevento riesca a reggere sul fronte della tenuta agonistica. 

All’inizio della ripresa un elemento di potenziale conforto all’offensiva della Roma: si vede Spinazzola un po’ più alto, quanto a offensive. 

Dopo l’espulsione giusta di Glik la Roma se ne va ad abitare nella metà campo degli uomini di Inzaghi; stavolta con Dzeko assieme a Mayoral, dopo l’uscita di Veretout. L’ex capitano sembra, stasera, avere un atteggiamento più voglioso e propositivo rispetto alle ultime uscite. 

Arrivano, in serie, anche Pedro ed El Shaarawy, per dare senso a una pressione tutto sommato sterile.

Comunque finisca, onore al merito della squadra di Inzaghi, che rispetto alle altre cosiddette “piccole” ha costituito un ostacolo molto più probante, molto più difficoltoso da affrontare. 

Non succede molto altro, salvataggio di Caldirola a parte e sacrosanto rigore vanificato dal fuorigioco, fino alla fine ed è un dato che, più che le difficoltà della Roma o le poche conclusioni di Pellegrini e compagni, ci porta a concludere facendo i complimenti agli avversari. Anche considerando che hanno affrontato in dieci l’ultimo terzo di gara.

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