STORIE GIALLOROSSE… Professione terzino (ma sempre d’accordo a metà con il mister)
Di Franco BOVAIO – Luigi Garzja: professione terzino. Ma terzino di quelli di una volta, intendiamoci, non di quelli fluidificanti che tanto sono in voga nel calcio dei nostri tempi, che li vuole continuamente proiettati all’attacco per allargare il gioco sulle fasce.
Il terzino come Garzja era il famoso “terzino marcatore” del calcio in cui si giocava “a uomo”. Quello che si appiccicava al secondo attaccante della squadra avversaria per marcarlo così stretto, ma così stretto, che non lo lasciava neanche nell’intervallo, quando il primo tempo era finito e tutti tornavano negli spogliatoi per bersi il loro classico the caldo. Il terzino come Garja era il secondo marcatore della difesa dopo lo stopper, al quale spettava per diritto e spesso per fisico la marcatura del centravanti avversario. Che veniva detto anche “prima punta”.
Garzja, invece, alto un metro e 74 centimetri per 72 chili di peso, si prendeva cura della “seconda punta”, che era spesso agile e veloce come lui. Per bloccarla o limitarla cercava spesso l’anticipo e il duello all’ultimo scatto. Affilava i tacchetti e gli faceva gli occhi brutti. Perché si sa, una volta in campo, per fermare quello che ti deve saltare per poi andare a fare gol serve tutto il consentito.
Nato a San Cesario, nello splendido Salento che costituisce la provincia di Lecce, arriva alla Roma nel 1991 e la lascia nel 1994. In quelle tre stagioni dà vita a duelli importanti con “piccoletti” come lui. Tipo Signori della Lazio, tanto per parlare del derby. Ma più che per le sue imprese sul campo, nel periodo giallorosso della sua vita diventa famoso per una dichiarazione da post partita che diventa subito uno degli spot più seguiti della trasmissione televisiva del momento: “Mai dire Gol”. Un programma di satira sportiva che va in onda la domenica sera sulle reti Mediaset. La frase che lo fa diventare un idolo degli spettatori del programma, che ancora oggi lo ricordano per essa, è: “Sono perfettamente d’accordo a metà con il mister”.
Ma i tifosi della Roma lo ricordano anche per la sua professionalità, per l’ardore che ci metteva ogni volta che giocava e per la grinta con la quale ha sempre provato ad aiutare la “Magica” a non prendere gol. Che poi era il suo compito principale. Secondo noi molto ben assolto nelle 104 presenze totali (con 0 reti all’attivo) che ha collezionato in maglia giallorossa.