Trio meraviglia: oro per la Roma
(CORRIERE DELLO SPORT) Quei tre disegnano orizzonti. Prendono per mano la Roma e la portano in un’altra dimensione. Micki è il “dieci moderno” in grado di pennellare assist senza soluzione di continuità, Pedro è l’undici con il fiuto da centravanti produttivo in zona gol come alla Roma non accadeva dall’uscita di El Sharawy, Edin è il bomber generoso che diventa decisivo pure quando non segna. Si divertono, sognano lo scudetto, giocano l’uno per l’altro e tutti e tre si mettono a disposizione della squadra quando c’è da soffrire, come è avvenuto nei primi dieci minuti del match di ieri sera. Dzeko quest’anno non somiglia più ad un predicatore nel deserto. Il gol del vantaggio contro la Fiorentina nasce dalla sua voglia di lottare: sull’ennesimo rinvio-assist di Mirante, il “Cigno di Sarajevo” è saltato tra Martinez Quarta e Milenkovic, andando a disturbare i due difensori viola e permettendo al pallone di arrivare sui piedi di Spinazzola. Nella rete del 2-0 si è rivista, invece, la magica intesa tra Mkhitaryan e Pedro: passaggio del primo, tap-in del secondo. L’armeno e lo spagnolo si conoscono da appena due mesi, ma sembrano compagni da una vita. È questo l’asse sul quale Fonseca sta costruendo la “sua” Roma: “Non sono più giovani: Dzeko, Pedro e Micki sono fondamentali per noi, ma ogni tanto devono riposare e infatti in Europa li sto gestendo. Abbiamo anche bisogno del contributo dei giovani“. Tra i migliori in campo va annotato pure il nome di Gianluca Mancini. L’ex Atalanta ha superato a pieni voti l’esame Ribery, limitando l’estro del campione francese. Il classe ’96 l’ha analizzata così: “Nei primi dieci minuti eravamo in difficoltà, poi ci siamo ripresi. Quest’anno siamo partiti bene, abbiamo fiducia e ci conosciamo meglio rispetto alla passata stagione“.