ROMA-PARMA. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…
di Diego ANGELINO – Risolvere la pratica in 45’, in Italia, non è mai scontato.
I giallorossi lo fanno con un Parma venuto a difendersi e a ripartire in contropiede: troppa Roma, però, perché i ducali possano trarre qualche giovamento dalla loro tattica.
Funziona tutto in questo momento nella squadra di Fonseca, reduce dalla sempre insidiosa sosta delle nazionali e gravata da infortuni e giocatori positivi al Covid.
Funzionano gli esterni: se per Spinazzola ormai non è più una novità, lo è sostanzialmente per Karsdorp, autore dell’assist del 3-0.
Borja Mayoral trova la rete del vantaggio dopo un bel movimento; serve in qualche modo Mkhitaryan in occasione del 2-0; gioca con i compagni, dando un senso d’integrazione con la squadra.
Per Mkhitaryan le parole sono superflue: le prestazioni di rado sono negative; se a queste aggiunge goal straordinari come ieri, c’è solo da applaudire. Di Villar, ormai che è stato scoperto da tutti, evito di scrivere.
La Roma, come riesce ad aprire la partita, la sbrana. Sembrano esserci consapevolezza e fiducia tra i giallorossi, accompagnati da un elemento indispensabile: l’occhio vigile del padrone.
Sì, perché la presenza ininterrotta dei Friedkin non può che, anche involontariamente, stimolare ognuno a dare qualcosa di più.
Ora, lasciando stare voli pindarici, c’è da chiudere la questione Europa League (sperando di recuperare almeno uno tra Mancini e Ibanez) battendo il Cluj e poi concentrarsi sul Napoli: finora una delle grandi mancanze della Roma di Fonseca è stata quella di non riuscire a battere le “grandi”.